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Tempestilli: “Lo scudetto 2001? Qualcosa di straordinaio. Totti andrebbe clonato”

Tonino Tempestilli, dirigente della Roma, intervenendo in esclusiva a Unico Grande Amore, trasmissione condotta da Francesca Ferrazza, Stefano Petrucci e Augusto Ciardi, su TeleRadioStereo 92,7, ha dichiarato: “Lo scudetto del 2001 è stato...

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Tonino Tempestilli, dirigente della Roma, intervenendo in esclusiva a Unico Grande Amore, trasmissione condotta da Francesca Ferrazza, Stefano Petrucci e Augusto Ciardi, su TeleRadioStereo 92,7, ha dichiarato: "Lo scudetto del 2001 è stato qualcosa di straordinario, anche perché a Roma non si vinceva da molto tempo.

 

Al tutto si aggiunge la passione e il calore del tifo giallorosso. L'immagine che nessuno mi toglierà mai dalla testa è l'invasione di campo dei tifosi a partita ancora in corso. Temevo in quei momenti che potesse finire tutto. Che potessimo andare incontro a sanzioni choccanti. Credo che la gente non si stesse rendendo conto del rischio che stavamo correndo. Poi ci fu la festa, e amo ricordare anche la felicità del presidente Franco Sensi. Eravamo tutti indistintamente tesi prima di Roma-Parma, sapevamo quanto fosse importante vincere lo scudetto, anche perché l'anno prima aveva vinto la Lazio. La partita di Napoli, la settimana prima, fu determinante per la vittoria dello scudetto. L'ambiente era incandescente, non fu facile mantenere i nervi saldi. Lì capimmo che ce l'avremmo fatta. Il gruppo dello scudetto era composto da ragazzi con la testa sulle spalle, che continuo a sentire. Ragazzi umili, che hanno dimostrato di saper intraprendere strade professionali nelle quali dimostrano di essere brillanti. Da allenatori o da dirigenti. Di club o di associazioni.

Poi c'è Totti. Che lega la Roma dello scudetto a quella attuale. Francesco andrebbe clonato. Il miglior auspicio è che giochi ancora per tantissimo tempo. Con l'avvento della nuova proprietà, anche noi che c'eravamo già potremo migliorare, magari in quei settori in cui è necessario migliorare. La speranza è che da parte di tutti ci sia l'entusiasmo per qualcosa di nuovo e di ambizioso. Io parlo per me stesso. E mi approccio a questa vicenda con entusiasmo. I tempi sono ristretti, si potrebbe correre il rischio di commettere qualche piccolo errore. L'importante è mettersi tutti a disposizione del nuovo progetto. Io non farò il team manager, continuerò a svolgere il lavoro fatto negli ultimi anni, sperando di farlo al meglio, recependo gli input che partono dal vertice della piramide della nuova società. Nel proprio lavoro si può anche sbagliare, l'importante è correggersi, se poi si persevera negli errori evidentemente c'è qualcosa che non va e allora, essendo professionisti, è giusto che si venga messi in discussione".