Un bravo portiere è quello che concede poco o niente fin dall'inizio della partita. Un ottimo portiere è quello che, nonostante il primo tiro nello specchio arrivi per esempio all'85', si fa trovare pronto per respingere la conclusione tanto tardiva quanto insidiosa e potenzialmente decisiva, specie sullo 0-0. Ieri al San Paolo Wojciech Szczesny è stato un ottimo portiere chiudendo la sua porta a doppia mandata e negando ad Hamsik, e poi a Mertens, la gioia del gol. La parata sulla conclusione dello slovacco in particolare, a cinque minuti dalla fine del match, ha salvato la Roma da un gol (e da una sconfitta) al quale difficilmente la squadra giallorossa avrebbe potuto rimediare. Provvidenziale.
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Szczesny, la chiave della porta chiusa
"Finchè starò alla Roma darò tutto per questa squadra", e alle parole sono seguiti i fatti. Da Bonucci a Tonev, da Gordeychuk a Hamsik: tutte le parate importanti quanto un gol di Wojciech Szczesny
Ma non è stata la prima volta in questa stagione che Szczesny ha sigillato la porta salvando Roma e risultato, chiedere a Bonucci, Tonev, Gordeychuk e Hamsik, appunto. Già dalla vittoria contro la Juventus le parate del numero uno polacco sono state decisive quanto un gol: in quell'occasione fu sulla conclusione ravvicinata di Bonucci. La giornata successiva, a Frosinone, il copione si è ripetuto: Iago Falque ha aperto le marcature, Iturbe le ha chiuse al 90', ma in mezzo l'insidiosa conclusione di Tonev e la seguente risposta di Szczesny. E dalla trasferta in ciociaria la Roma è tornata con la porta inviolata. Pioggia di elogi sul portiere che da subito è stato in grado di cucirsi la maglia da titolare sulla pelle e la romanità nel cuore con quell'esultanza allo svantaggio della Lazio comunicato sui maxischermi dell'Olimpico.
Poi per un periodo qualcosa si è incrinato, è arrivata la sconfitta con la Samp, la clamorosa debacle di Borisov e l'harakiri contro il Leverkusen in un'altra trasferta europea nera prima dei sei gol come souvenir dalla Catalogna. I problemi in difesa hanno iniziato a condizionare i risultati e nell'occhio del ciclone è finito anche lui perchè sembrava solo un'illusione di inizio campionato la felicità di aver creduto all'arrivo di un portiere attento e affidabile. "Poca comunicazione con i quattro di difesa", il rimprovero verso il polacco che ancora non ha imparato perfettamente l'italiano e che contro l'Atalanta ha trascorso la sua prima gara in panchina per scelta tecnica. E prima ancora le dichiarazioni di Szczesny sulla sua volontà, prima o poi, di tornare all'Arsenal. Da qui le voci di mercato che vedono Sabatini intento a cercare un sostituto di Szczesny già per gennaio, ma Wojciech di una cosa è sicuro: "Finchè starò alla Roma darò tutto per questa squadra". E alle parole sono seguiti i fatti.
La sua parata contro il BATE su Gordeychuk è valsa quanto e più di un gol ed ha lanciato la Roma agli ottavi di Champions League e ieri in una partita bloccata e senza tiri in porta da parte dei giallorossi, ha risposto 'presente' quando gli è stato chiesto di mostrarsi pronto e reattivo. Nei momenti in cui la squadra non trova con facilità la via del gol, un portiere-saracinesca è importante quanto un goleador. E' più volte Szczesny ha vestito i panni del bomber coi guantoni.
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