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Su Totti, Luis Enrique impari da Conte

(sportmediaset.it-B.Longhi) Chissà se il prossimo 22 aprile quando si giocherà Juventus-Roma, Del Piero e Totti saranno ancora là a centrocampo per il canonico rito della monetina,

Redazione

(sportmediaset.it-B.Longhi) Chissà se il prossimo 22 aprile quando si giocherà Juventus-Roma, Del Piero e Totti saranno ancora là a centrocampo per il canonico rito della monetina,

riproponendo un immagine che da anni si ripete ad ogni campionato.

 

Il capitano giallorosso, salvo incidenti di percorso, dovrebbe esserci. Per lo juventino sarà invece molto più difficile. E non perché la carta d’identità lo penalizzi di un paio d’anni. Semplicemente perché Del Piero è gestito come giustamente deve essere gestito un patrimonio non più giovanissimo del nostro calcio.

Conte ne centellina gli sforzi e gli impegni; lo lascia spesso in panchina ma poi gli regala il palcoscenico nella grande sfida di coppa Italia col Milan e lo manda in campo al momento giusto con l’Inter venendone ampiamente ripagato.

Luis Enrique, invece, non fa altrettanto con Totti. Sebbene ad inizio stagione sembrava non fosse  funzionale al progetto giovane della sua Roma,da tempo lo ritiene insostituibile. Il sole attorno al quale debbono ruotare i talentuosi e futuribili satelliti giallorossi.

Ma mentre le decisioni di Conte sono coerenti, nel pieno rispetto delle esigenze della squadra, del giocatore e non ultime della stessa società, quelle del tecnico asturiano sembrano essere in stridente contrasto con la sua filosofia applicata al calcio.

Sia chiaro, Totti non è uno che fa la voce grossa per giocare a tutti i costi. Ma lui è la Roma, ne è il simbolo. E Luis Enrique vuole essere tutto tranne che un iconoclasta.

E’ sicuramente questa la ragione per cui decide di mandarlo allo sbaraglio con il Milan nonostante il capitano sia reduce da un infortunio e sia lontanissimo dalla forma migliore.

In quel suo cucchiaio che sembra una zappa c’è il fotogramma di un campione alla ricerca del tempo che fu. Nella carezza di Del Piero, che manda il pallone nell’angolino alla destra di Julio Cesar, c’è invece la maturità di chi ha imparato a convivere con una nuova realtà. Non peggiore, ma semplicemente diversa dal passato.