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Stekelenburg rientra nel derby, ma i numeri premiano Lobont

(di Alessio Nardo) Domenica 16 ottobre 2011, ore 20.45. Per la città di Roma non sarà una serata qualsiasi. Derby, profumo di antica e consolidata rivalità, tifosi e appassionati con gli occhi fissi su quel rettangolo di gioco, teatro di glorie...

Redazione

(di Alessio Nardo) Domenica 16 ottobre 2011, ore 20.45. Per la città di Roma non sarà una serata qualsiasi. Derby, profumo di antica e consolidata rivalità, tifosi e appassionati con gli occhi fissi su quel rettangolo di gioco, teatro di glorie o disgrazie, severo giudice nel bene e nel male.

Ultimamente più nel bene per la Roma, reduce da cinque trionfi di fila tra campionato e Coppa Italia. Luis Enrique vivrà la prima stracittadina da allenatore giallorosso, con in mano la più pesante delle eredità: interrompere la serie di vittorie consecutive sarebbe, in ogni caso, una gravosa macchia. La supersfida è ancora lontana ma è già tempo di primissimi abbozzi di formazione. Sembra certo il rientro tra i pali di Maarten Stekelenburg, ormai ristabilitosi dopo il brutto scontro con Lucio del 17 settembre scorso. La stragrande maggioranza dei tifosi romanisti è pronta a tirare un sospiro di sollievo, forse ingeneroso nei confronti di Bogdan Lobont, stagionato vice che, almeno stando ai numeri, ha dimostrato maggior efficienza rispetto al collega olandese. La rivalità sportiva tra i due dura sin dai tempi dell'Ajax, allorché Maarten riuscì a togliere il posto al compagno. Lobont, sotto sotto, auspica di replicare con identica moneta, giocando al contendente un gustoso "scherzetto".

Il neoacquisto, vicecampione del mondo con l'Olanda a Sudafrica 2010 e giunto da Amsterdam per 8 milioni di euro, ha fin qui collezionato tre presenze effettive (il quarto d'ora di San Siro con l'Inter prima dell'incidente fa testo fino ad un certo punto): 298' giocati e ben quattro reti subìte, due con lo Slovan tra andata e ritorno e altrettante col Cagliari. Non ha convinto appieno sul piano della personalità e del piazzamento, divenendo protagonista in negativo dell'unica gara stagionale della Roma con più di una rete al passivo. Quella con il Cagliari, per l'appunto. Fieri esecutori il solito Daniele Conti ed El Kabir. Se Stekelenburg incappa nella media di un gol incassato a partita (riferendoci alle presenze) e di uno ogni quasi 75' effettivi di gioco, i dati relativi a Lobont appaiono ben più incoraggianti. Dall'esordio a San Siro in corso d'opera, pur a dispetto del timore generale dei tifosi, è riuscito ad esprimersi bene. Quattro presenze, 360' totalizzati e appena due gol incassati, uno ogni 180 minuti. Porta inviolata in trasferta (a Milano e Parma), sempre colpita e affondata all'Olimpico (con Siena e Atalanta).

Un Lobont mai perfetto sul piano stilistico, quantomeno efficace e "fortunato". Basti pensare che con lui tra i pali la Roma è imbattuta: due pari e due successi. Con Stekelenburg? Un pareggio, due sconfitte, zero vittorie. In vista del derby, prepariamoci agli scongiuri. A meno che allo stagionato romeno lo "scherzetto" non riesca davvero.