(Ansa) - Ancora una notte e poi dalla Svizzera arriverà il verdetto. Daniele De Rossi e la Roma conosceranno solo domani mattina la decisione della Commissione disciplinare dell'Uefa
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Stand-by De Rossi, attesa per la decisione dell'Uefa
(Ansa) – Ancora una notte e poi dalla Svizzera arriverà il verdetto. Daniele De Rossi e la Roma conosceranno solo domani mattina la decisione della Commissione disciplinare dell’Uefa
per la gomitata rifilata a palla lontana al capitano dello ShakhtarDonetsk, Srna, non vista dall'arbitro Webb ma immortalata dalle immagini televisive.
Immagini che costeranno al centrocampista giallorosso una pesante squalifica quantificabile in almeno tre turni di stop da scontare il prossimo anno in Champions o Europa League. Una volta conosciuta l'entità della sanzione disciplinare, la società deciderà come presentare l'eventuale ricorso. Ad occuparsene saranno i legali Juan Crespo e Antonio Conte, gli stessi che hanno già difeso De Rossi in occasione della richiesta di stop arrivata dopo la gara d'andata degli ottavi di finale col club ucraino.
L'ipotesi principale, oltre ovviamente a sottolineare le responsabilità di 'Capitan Futuro', è quella di impostare una linea difensiva in grado di sfruttare l'intervista televisiva rilasciata a fine gara da Mircea Lucescu, tecnico dello Shakhtar, all'interno della quale ammetteva le ripetute provocazioni nei confronti non solo di De Rossi ma di altri giallorossi. Di certo, per il centrocampista di Ostia non si tratta di un momento particolarmente felice. La probabile stangata dell'Uefa arriverà infatti in un periodo in cui da un lato non sempre è stato in grado di fare la differenza in campo, e dall'altro si è sentito un pò abbandonato dalla tifoseria. Tanto da arrivare a uno sfogo pubblico al termine del derby vinto con la Lazio: «Le cose più belle sul mio conto mi tocca sentirle da fuori Roma, si vede che è cambiato il vento. Qui non sono più difeso».
Parole che il padre Alberto, tecnico della Primavera, ha cercato di interpretare come un segnale «di malinconia». «Ma sono momenti - ha spiegato ai microfoni di Tele Radio Stereo - Neanche lui vorrebbe mai affrontare un futuro lontano dalla Roma, ma è ovvio che se c'è stato un suo sfogo c'è anche una causa». «Daniele però è uno che gioca per la squadra - ha quindi voluto sottolineare il papà -, è stucchevole ricordarlo ma lui di questa maglia è tifoso. Sente la Roma dentro di sè. E neanche io vorrei che arrivasse un momento in cui dovesse discutere il suo futuro nella Roma».
In discussione, al momento, c'è solo la prossima convocazione con l'Italia da parte del ct Cesare Prandelli che però prenderà una decisione solo dopo aver appreso la sanzione dell'Uefa e aver parlato col diretto interessato. Il codice etico stabilito in azzurro con l'arrivo di Prandelli dovrebbe portare a una esclusione, come ha confessato lo stesso De Rossi sempre dopo il derby: «Il ct aveva messo in chiaro le cose dall'inizio sulle regole: vediamo, se non dovesse convocarmi pazienza, non mi farà schifo riposare. Lo prenderò come un premio».
Anche perchè al giocatore potrebbe davvero servire staccare la spina se si considera il periodo negativo e la fastidiosa tendinite che anche oggi lo ha costretto a svolgere lavoro differenziato. A decidere però sarà solo Prandelli. Che avrà un altro caso da gestire. Oltre a De Rossi, infatti, anche Mario Balotelli si è macchiato di un brutto gesto, anche se nel suo caso in una chiara azione di gioco e non a palla lontana: l'attaccante del Manchester City è stato espulso nel primo tempo dell'incontro degli ottavi di finale di Europa League contro la Dinamo Kiev per un calcio in stile kung-fu ad un avversario che stava rinviando.
A differenza dell'episodio di De Rossi, quello di 'SuperMario' dovrebbe essere considerato solo come un brutto fallo di gioco, e non etichettato come 'gesto antisportivò, e quindi potrebbe non costargli la chiamata in azzurro ma solo una lavata di capo. Ma nel Club Italia è chiaro che la convocazione di Balotelli, assieme alla probabile esclusione punitiva di De Rossi, potrebbe riaprire la discussione sui confini del codice etico.
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