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Stadio Roma, Rutigliano: “Contrari alla costruzione sull’ansa del Tevere”

Il presidente di Italia Nostra: "Gli stadi vanno fatti nei quartieri già esistenti, ne vogliamo uno per la Roma e uno per la Lazio"

Redazione

Oreste Rutigliano (Presidente di Italia Nostra) è intervenuto ai microfoni della trasmissione "Sport Academy" su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano.

In merito allo stadio della Roma e la questione del vincolo sull'ippodromo di Tor di valle. "Abbiamo presentato un nuovo ricorso perchè siamo totalmente contrari a questa operazione che investe l'ansa del Tevere a Tor di Valle, che andrebbe considerata non un luogo di discarica e malaffare, bensì una ricchezza strepitosa se utilizzata per il godimento di un parco fluviale da parte dei cittadini romani -ha affermato Rutigliano-. Innanzitutto è sbagliato utilizzare l'ansa di un fiume per farci costruzioni di qualunque tipo. Ci avevano costruito giustamente un ippodromo, che si adattava perfettamente a quello spazio così grande. La natura ha fatto il suo corso, sono cresciuti 1800 alberi, abbiamo un grande bosco con all'interno una meravigliosa radura, cioè abbiamo già pronto un regalo magnifico per i romani che vogliono godersi il Tevere. Invece si decide di eliminare questo bosco, questa radura e di abbattere le tribune in cemento armato, che non stanno per crollare e non contengono inquinante come si racconta, e che rappresentano una delle opere d'arte moderne più famose che siano mai state costruite".

Perchè di questo patrimonio ci si accorge solo ora?"Di aree di grande pregio a Roma ce ne sono tante, sconosciute ai più, che però in sè mantengono un grandissimo valore -ha spiegato Rutigliano-. A nord c'è l'ansa dell'aeroporto dell'urbe, poi c'è quella di Saxa Rubra. Queste aree sono abbandonate, in attesa che la città, crescendo civilmente, sia in grado di costruirsi lungo il Tevere il suo parco fluviale come hanno già fatto da decenni tutte le capitali europee".

Stadio Roma. "Governare una città è difficile, però è anche un gesto di coraggio. Se si vuole fare lo stadio della Roma, il Comune ha anche altre aree, tra cui quelle del mini Sdo di Pietralata che sono in posizione ideale per accogliere uno stadio. In Inghilterra gli stadi sorgono all'interno di quartieri già esistenti. Il Comune va dal costruttore e gli dice: se io ti cedo quest'area di mia proprietà e tu ci fai lo stadio, tu mi cedi l'ippodromo e me lo rimetti anche a posto. E così avremmo fatto due regali alla città. Questo significa governare. Poi ci sono altre due aree lungo la Palmiro Togliatti. Gli stadi isolati in aree nuove non servono a niente, devono essere arricchimento per la città. Noi ne vogliamo due, uno per la Lazio e uno per la Roma. Uno stadio portato in periferia, rinnova quella periferia”.