Dopo rinvii, modifiche e varianti, domani la giunta guidata dal sindaco Marino è chiamata ad esprimersi sul "pubblico interesse" del nuovo stadio della Roma. Una delibera che appare ormai scontata ma che rischia di infrangersi contro quello che sembra essere l'ultimo ostacolo da superare, vale a dire la proprietà dell'impianto che, ad oggi, non è della AS Roma ma di una holding del suo presidente, James Pallotta. E' stato lo stesso numero uno giallorosso, intervistato dalla radio ufficiale della società, a definire "totalmente ridicola" la questione. Parole che non sono andate giù alla maggioranza in Campidoglio, ed in particolare al Pd romano che proprio ieri, in una riunione in via delle Sette Chiese, aveva lanciato l'aut aut alla società: se la AS Roma non sarà proprietaria, allora niente pubblico interesse e, dunque, addio stadio.
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Stadio Roma, il Campidoglio decide ma è scontro sulla proprietà. Pallotta: “Problematica ridicola”
Dopo rinvii, modifiche e varianti, domani la giunta guidata dal sindaco Marino è chiamata ad esprimersi sul "pubblico interesse" del nuovo stadio della Roma. Ma irrompe la polemica sulla proprietà dell'impianto.
"Ridicolo sarebbe non fare il necessario affinché lo stadio sia vincolato alla As Roma", ha replicato Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza in Capidoglio. E Sel è stato più lapidario: "non si firmano cambiali in bianco". "Domani sarà una giornata estremamente importante - ha ripetuto più volte Pallotta in radio - siamo fiduciosi. E' un grandissimo progetto non solo per la città, ma per l'Italia intera, che mira a riportare la Serie A al top, ad altissimi livelli, dove merita di essere". Ma sulla questione proprietà si limita a definirla una "problematica ridicola" spiegando che il coinvolgimento di due società distinte (proprietà e club) "è l'unico modo attraverso il quale si può finanziare un progetto del genere".
Parole che hanno fatto storcere più di un naso in Campidoglio, dove da giorni un pool sta analizzando il progetto preliminare presentato dalla Roma. La maggioranza ha chiesto garanzie su tre punti ritenuti "imprescindibili": accessibilità, mobilità e proprietà. Senza un impegno preciso su questi temi rischia di saltare il via libera di Palazzo Senatorio al "pubblico interesse", passaggio obbligato per avviare l'iter burocratico in vista dell'apertura vera e propria dei cantieri, auspicata dalla società giallorossa per la prima meta' del 2015.
Pallotta ha comunque ribadito la volontà della società di intervenire sulle infrastrutture come chiesto dallo stesso sindaco Marino nel suo viaggio a New York, dove ha ottenuto l'ok dello staff americano ad un aumento dell'investimento di 50 milioni di euro per il prolungamento della Metro B fino a Tor di Valle, quartiere dove sorgerà lo stadio. "I fondi saranno privati e la cifra totale dell'investimento si aggirera' sul miliardo di euro. Rappresenterà l'investimento più importante dagli anni Venti a oggi - sottolinea -. Stiamo spendendo centinaia di milioni di euro in infrastrutture. I collegamenti con l'aeroporto saranno migliorati, così come le strade e le ferrovie. Miglioreremo la zona, permetteremo di viverla nel quotidiano. Inoltre, creeremo migliaia di posti di lavoro".
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