Il fattore Spinazzola è diventato qualcosa d'imprenscindibile. Lo ha scoperto in questi mesi José Mourinho; se ne è accorto ormai da luglio Roberto Mancini. La Nazionale soffre la mancanza d'imprevedibilità offensiva di Leo. E la Roma non riesce a consolarsi con Vina e Calafiori. Colpa di quel maledetto tendine d’Achille. Quello infortunato al minuto 77’ di Belgio-Italia. Da quando il terzino si è fermato la Roma e l'Italia hanno perso un pezzo da novanta. Il risultato è stato vedere sia la squadra di Mourinho che quella di Mancini con profondi drammi a sinistra e con un carenza offensiva evidente.
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Spinazzola, rimpianti e speranze: è conto alla rovescia per Mourinho e Mancini
Il numero trentasette è un giocatore fondamentale per gli schemi della Roma e della Nazionale
Spinazzola, cosa cambia con o senza di lui
L'infortunio di Leonardo Spinazzola ha costretto Pinto a muoversi sul mercato per un ruolo in cui la Roma non sembrava avesse bisogno di mettere mano. Ma visto che piove sempre sul bagnato, il terzino giallorosso si è fermato quest'estate proprio durante il suo miglior momento di forma. Lo scorso anno il ragazzo di Foligno aveva preso in mano la fascia sinistra, con otto assist tra serie A (e due gol) ed Europa League in trentotto presenze. Praticamente aveva giocato tutte le partite di coppa e saltato pochi incontri in campionato.
Ad oggi, i due sostituti di Spinazzola, la coppia formata da Vina-Calafiori, ha prodotto soltanto tre assist tra campionato e Conference League. Decisamente poco. Per questo motivo si spera che il numero trentasette romanista possa tornare il prima possibile. Anche perché se la Roma non gira del tutto è anche a causa di un uomo "in meno" sulla fascia sinistra. La forte spinta che il terzino regala in fase di ripartenza porta spesso il suo diretto avversario a scivolare molto largo sull'esterno, tanto da permettere ai centrocampisti l'inserimento. Proprio questa fase di gioco sta mancando alla Roma, che né con Vina, tantomento con Calafiori (quando viene chiamato in causa), riesce a creare queste situazioni. In ppiù Spinazzola non ha paura a puntare l'uomo, saltandolo in velocità il più delle volte. Insomma, il cambio di passo manca eccome a Mourinho e il rientro del terzino è più atteso che mai.
Così come lo Special One, anche Mancini ha un disperato bisogno di Spinazzola. Senza il terzino, che prima dell’infortunio stava disputando un Europeo di altissimo livello (probabilmente fino a quel momento il miglior giocatore del torneo), il CT azzurro si è dovuto adattare alla poca fantasia offensiva di Emerson Palmieri. Poco dinamismo, capacità di saltare l’uomo minima ed ecco che l’Italia, senza uno dei suoi giocatori chiave, dovrà andare a giocarsi ai Playoff la qualificazione al mondiale. Spinazzola contava proprio di tornare in azzurro a ridosso della rassegna intercontinentale, ma ora l’unica cosa certa sembra più il suo rientro che non l’approdo degli azzurri in Qatar.
Quando torna Spinazzola
Secondo le parole del suo agente, Davide Lippi, Spinazzola potrebbe rientrare tra dicembre e gennaio. Ad oggi il terzino continua a lavorare individualmente, con esercizi di fisioterapia intervallati da mini allenamenti con il pallone. La forza di volontà del giallorosso è uno dei motivi per cui il rientro appare sempre più vicino, ma il professor Lempainen, il medico finlandese che l'aveva operato in estate, ha altresì specificato di voler procedere con calma. Soprattutto con le date precise di rientro.
Visti gli infortuni che negli anni hanno caricato la gamba destra di Spinazzola, non può e non deve esserci fretta. Nonostante i progressi siano tanti e Leo stia migliorando giorno dopo giorno, sembra che soltanto dopo Natale il terzino della Roma potrà rientrare in gruppo definitivamente, per riportare a Mourinho quella corsa e quel dinamismo che al portoghese piacciono tanto. Così come ai tifosi.
Simone Biondi
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