(di Alessio Nardo) Un solo anno di differenza tra i due. Lukasz Skorupski è un classe 1991, Kevin Strootman è nato il 13 febbraio del 1990. Il primo si presenta a Roma da perfetto sconosciuto, mentre il secondo è sbarcato a Fiumicino da superstar, accolto da circa duecento tifosi in estasi. Entrambi lasciano i rispettivi paesi per scrivere la storia giallorossa. Del presente e del futuro. Con l'onere di eredità assai differenti.
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Skorupski e Strootman, questione di eredità
(di Alessio Nardo) Un solo anno di differenza tra i due. Lukasz Skorupski è un classe 1991, Kevin Strootman è nato il 13 febbraio del 1990.
Prendiamo Skorupski, ad esempio. In attesa di De Sanctis, potrebbe esser lui (ora come ora) il portiere titolare di Rudi Garcia. La Polonia ha una tradizione recente assai positiva in tema di numeri uno, assolutamente da rispettare. Pensiamo al gigante Adam Matysek, ottimo protagonista con la maglia del Bayer Leverkusen dal 1998 al 2001. Oppure ad Artur Boruc, pilastro assoluto del Celtic Glasgow per anni, approdato anche a Firenze con risultati non sfavillanti. C'è persino un portiere polacco che otto anni fa alzò al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Parliamo di Jerzy Dudek, ex Liverpool ed anche Real Madrid. E come non citare Wojciech Szczesny e Lukasz Fabianski, protagonisti (e rivali) negli ultimi anni con la maglia dell'Arsenal.
Scarsa fortuna hanno avuto alcuni calciatori polacchi passati recentemente per la Serie A. Pensiamo, ad esempio, alle meteore Blazey Augustyn (ex Rimini, Catania e Vicenza) e Kamil Kosowski (al Chievo nel 2006-2007). Tutto da verificare il talento di Rafal Wolski (attualmente alla Fiorentina, solo una presenza nella passata stagione) e Bartosz Salamon, difensore ex Milan trasferitosi negli ultimi giorni alla Samp. Il più fortunato di tutti, forse, è stato Marek Kozminski, terzino sinistro dell'Udinese tra il 1992 e il 1997, con successive esperienze anche a Brescia e Ancona. Skorupski, di certo, dovrà confrontarsi con l'eredità più pesante. Quella dell'unico calciatore polacco della storia della Roma, forse il più forte di sempre: Zibì Boniek, fuoriclasse completo, autore di 23 gol in 93 presenze ufficiali in giallorosso tra il 1985 ed il 1988 (con una Coppa Italia in bacheca).
Il colosso Strootman, come detto, vive la situazione opposta. Approda nella Capitale da grande, e deve confrontarsi con l'eredità un po' ammaccata dell'unico olandese della storia romanista. Quel Maarten Stekelenburg vice campione del mondo nel 2010, reduce da due stagioni negative in Italia e da poche settimane sbarcato ufficialmente in Inghilterra, al Fulham. Paradossale eccezione per il campionato italiano, che da sempre accoglie e celebra straordinari fuoriclasse "orange". Dai vari Van Basten, Gullit e Rijkaard sino ai più recenti Davids, Seedorf e Sneijder. Signori che hanno fatto la storia del calcio, in Italia e nel mondo. Ci auguriamo che Strootman possa percorrere le loro stesse orme.
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