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Sciopero: Lega propone accordo, A.I.C. prende tempo

Il campionato dovrebbe partire dalla seconda giornata, presidenti e calciatori assicurano di voler rispettare l’imperativo della Federcalcio, del Coni e, soprattutto le aspettative dei tifosi.

Redazione

Il campionato dovrebbe partire dalla seconda giornata, presidenti e calciatori assicurano di voler rispettare l'imperativo della Federcalcio, del Coni e, soprattutto le aspettative dei tifosi.

Domani all'ora di pranzo è attesa la svolta. L'Aic dovrà rispondere si o no alla proposta di accordo 'pontè avanzata dai club, una soluzione per la verità molto simile a quella che la Lega aveva respinto il 26 agosto scorso a Roma. Abete fa sapere di essere fiducioso. Ma per un fronte che probabilmente si chiuderà positivamente, se ne apre un altro sulla questione di come offrire i diritti dal 2012 per un triennio.

De Laurentiis ha accusato l'advisor Infront di voler favorire Mediaset e Berlusconi con una richiesta a suo dire troppo bassa, cioè «lievemente superiore all'attuale per il digitale terrestre». È stato l'unico a votare contro, ma la delibera è passata con 16 voti a favori e tre astenuti. Fine del clima unanime e costruttivo. Cellino per esempio non vede l'ora di liberarsi di Beretta. «Come la carta, assorbe tutto, per domare venti leoni non basta un agnello». E anche quella del nuovo presidente è una questione aperta e che sarà risolta.

Per quanto riguarda la vicenda dello sciopero, sostanzialmente i club hanno fatto arrivare a Damiano Tommasi, e a Giancarlo Abete la proposta di accordo collettivo valido fino al 30 giugno 2012 con i sei punti sui quali c'era già un accordo sostanziale e il 'famosò art. 7 da discutere tra le parti per trenta giorni dopo la firma con l'avvertenza che, in caso di mancata intesa, sarà valido il lodo Abete.

Tommasi è perplesso, ma si è preso 24 ore per consultare tutti i capitani e i delegati sindacali delle squadre. L'aspetto critico è la durata dell'accordo collettivo che i giocatori vorrebbero almeno biennale. Un anno solo, dicono i presidenti, perchè nel frattempo contano di avviare una commissione mista per la revisione del sistema calcio. A quella che potrebbe essere la svolta 'decisivà per riportare i giocatori in campo e i tifosi sugli spalti, si è arrivati con una lunghissima sessione di discussione tra i presidenti, cominciata in pratica ieri sera a cena. «A questo punto - si è sbilanciato De Laurentiis - l'unico responsabile di eventuali scioperi sarà Tommasi perchè questa proposta è molto simile a quella che ci hanno fatto loro».

Dall'altra parte della barricata e non solo ci si domanda allora perchè si è dovuto aspettare l'incendio per prendere il secchio dell'acqua. Perchè decisiva - lo ha detto Beretta - è stata la scomparsa dalla manovra finanziaria del Governo del contributo di solidarietà e con esso il rischio che quelle società che avevano fatto ai giocatori contratti che garantiscono il netto si sarebbero dovute accollare un esborso di una sessantina di milioni di euro. D'altronde di soldi ce ne sono pochi.

(ANSA).