Domani la Roma sfiderà all'Olimpico la Salernitana. Dopo il successo contro il Leverkusen, che ha permesso ai giallorossi di strappare un pass per la finale di Europa League, si torna in campionato. Con una corsa alla Champions che ormai è tutta in salita, Mourinho ricorrerà probabilmente al turnover, per permettere ai giocatori di riposare in vista del 31 maggio. Alla vigilia del match e poche ore dopo l'arrivo della salvezza matematica, parla Lorenzo Pirola, difensore della Salernitana e perno dell'Under 21 azzurra. Il calciatore lombardo, in prestito dall'Inter e alla ricerca della conferma del direttore sportivo Morgan De Sanctis, intervistato da tuttomercatoweb, racconta la sua stagione con la squadra campana e l'affetto della tifoseria. Di seguito le sue parole:
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Salernitana, Pirola: “Felicissimo per la salvezza. I tifosi danno una spinta in più”
Che sensazione si prova a festeggiare sul divano? "Una sensazione bellissima. Siamo felicissimi della stagione che abbiamo disputato e abbiamo assolutamente meritato di mantenere la categoria. Ora dobbiamo e vogliamo chiudere nel migliore dei modi".
In estate il suo arrivo fu accolto da un pizzico di scetticismo e nelle prime gare non è stato preso in considerazione. Oggi, invece, i tifosi sperano in una sua riconferma. Quanto è difficile per un giovane giocare in piazze calde come Salerno? "Non so effettivamente se sia stato scetticismo. È chiaro che i tifosi si sono ritrovati in squadra un ragazzo di 20 anni e, dunque, un acquisto importante in prospettiva ma che doveva comunque dimostrare il suo valore. Attualmente posso dire di essere molto orgoglioso e soddisfatto della mia stagione con la Salernitana, sono cresciuto tanto e ho dato il mio contributo per il raggiungimento del nostro obiettivo. Tuttora è bello vedere che la gente mi ferma per strada e mi chiede se resterò a Salerno. Una piazza calda ti dà sempre la sensazione di essere un giocatore di livello, per noi è una marcia in più".
Super Salernitana in avvio, con risultati positivi contro Lazio e Juventus. Poi un crollo clamoroso, il doppio esonero di Nicola e la sconfitta di Verona che vi avvicinava alla zona retrocessione. Cosa è successo tra novembre e febbraio e quali responsabilità ha avuto Nicola? "Sinceramente non mi sento di attribuire particolari colpe al nostro ex allenatore. Ricordo sempre che sono i calciatori a scendere in campo e, dunque, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Quel pomeriggio a Bergamo è duro da digerire, fu una sconfitta pesantissima. Poco tempo dopo perdemmo anche a Verona e, per la prima volta, la terzultima accorciò le distanze su di noi. Ci fu un attimo di destabilizzazione, è innegabile. Per fortuna la forza del gruppo ci ha permesso di risollevarci e di acquisire un buon margine sulla zona retrocessione".
Derby di Napoli giornata speciale per voi e per la tifoseria. Quanto è stato bello trovare 5.000 persone in festa davanti allo stadio e che pensa delle continue polemiche sponda azzurra rispetto ai festeggiamenti post gara? "Sinceramente non ho pensato nemmeno a un secondo alle polemiche che ci sono state prima e durante la partita. Eravamo consapevoli che il Napoli si giocasse la possibilità di festeggiare lo scudetto in casa e in uno stadio pieno, noi siamo stati bravi a prepararla nel migliore dei modi e a pareggiarla nel finale con un grande gol di Dia. Per noi fu un punto fondamentale per la salvezza, per questo abbiamo gioito tanto. E trovare tanta gente che festeggiava all'esterno dell'Arechi è stato motivo d'orgoglio".
Si dice che il pubblico di Salerno sia tra i pochi in Italia a fare la differenza, ad aggiungere punti alla classifica e le statistiche dicono che i gol decisivi nascono sempre attaccando sotto la Sud. Le leggiamo una frase dell'ex DS Sabatini: "All'Arechi ogni singolo tifoso granata deve sentirsi protagonista e non spettatore perché incide, aiuta e fa vincere le partite": un suo pensiero in merito e se c'è un coro che le piace particolarmente... "Mi emoziona quando modificano le canzoni che ascoltiamo nel riscaldamento adattandole a tema Salernitana. Si crea un clima speciale ancor prima del fischio d'inizio, avvertiamo la carica dello stadio e questo ci trasmette adrenalina. È vero, sono un'arma a nostro favore a tratti fondamentale. Ci hanno dato spesso quella spinta in più che ci ha consentito di conseguire risultati importanti. Tante squadre possono contare su un seguito numeroso come il nostro, ma la spinta dei supporter granata è merce rara anche in serie A. Li ringrazio per tutto l'affetto che mi stanno dimostrando".
Tifoseria decisiva, società economicamente solida, un allenatore di livello internazionale, un ds giovane e di qualità, progetto basato su giovani affiancati da calciatori top. Nel tempo è utopia immaginare la Salernitana in Europa? "Abbiamo già fatto meglio della passata stagione, ci sono ancora tre gare e ci piacerebbe aggiungere punti alla classifica. Il nostro obiettivo deve essere quello di migliorarci anno dopo anno, di scalare posizioni in graduatoria e provare a mettere in difficoltà qualunque avversario. La società ha un progetto molto ambizioso, c'è un allenatore effettivamente di grande spessore e, come detto prima, c'è un pubblico che incide e che spinge tantissimo. E' un dato di fatto ci siano i presupposti per una Salernitana stabilmente in A e da protagonista".
Un giudizio complessivo sulla sua stagione a Salerno... "Sono molto autocritico. Se devo darmi un voto dico 7-. Nella prima parte della stagione ho effettivamente pagato il salto di categoria, poi sono cresciuto e credo di aver disputato un gran bel campionato. Nella seconda parte di stagione ho dato un ottimo contributo".
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