Riccardo Viola, figlio di Dino Viola, è intervenuto a Te la do io Tokyo su Centro Suono Sport per chiarire le notizie sulla presunta combine in Roma-Dundee
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R.Viola: “Le mie affermazioni sono state strumentalizzate, mai parlato di corruzione”
Riccardo Viola, figlio di Dino Viola, è intervenuto a Te la do io Tokyo su Centro Suono Sport per chiarire le notizie sulla presunta combine in Roma-Dundee
Da ieri sono rimasto sconcertato da tutto quello che è successo. Ieri mi ha chiamato un giornalista de L'Equipe per chiedere delucidazioni e non sapevo cosa dire. Poi mi sono ricordato che tre mesi fa ho rilasciato un'intervista ad un giornalista su Falcao ed ho parlato con lui in modo informale anche di Roma-Dundee. Non pensavo fosse oggetto di una trasmissione, appena l'ho saputo l'ho diffidato di divulgare le altre cose di cui abbiamo parlato. Io ho sempre evitato di fare tuffi nel passato o dietrologia ma leggendo i lanci di agenzia di ieri devo darmi del cretino, avendo io sempre difeso la figura di mio padre...Nel momento in cui ho parlato del Dundee volevo fare riferimento alla vulnerabilità del calcio a livello psicologico, nel caso specifico c'è stato un tentativo di truffa ai danni della Roma che ha portato la società ad una condotta, forse sbagliata, volta a smascherare un sistema che c'era sotto. Se dovesse uscire fuori la cosa che io ho voluto parlare male di mio padre mi presenetrò nelle sedi opportune. E' stata la classica botta del cretino...Voglio vedere cosa esce fuori, se mi sono lasciato andare con qualche battuta fuori posto posso smentirla. Per esempio Maldera: era diffidato ed è stato ammonito saltando la finale. La delusione non è nei confronti di Mediaset ma nei confronti del giornalista che ha fatto questo in uno speciale dedicato a Falcao. Lungi da me raccontare una verità diversa rispetto a quella uscita fuori da tutto l'iter giuridico e sportivo. Dino Viola è quello che nella storia è stato contro i potenti, sono sempre orgoglioso di lui.
Queste invece le parole di Riccardo Viola, intervenuto a Tele Radio Stereo all’interno della trasmissione 1927: “Faccio chiarezza, ho ricevuto ieri intorno alle 19.30 una telefonata da un giornalista dell’Equipe. Ho avuto difficoltà a parlare di una cosa del genere e non avevo visto i lanci di agenzia. A questo punto ho fatto mente locale e mi sono ricordato che tre mesi fa ho incontrato un amico giornalista di mio figlio per rilasciare un’intervista di Falcao. Al termine dell’intervista abbiamo fatto una chiacchierata su alcuni fatti accaduti ventisette anni fa e non pensavo che fosse un’intervista. A distanza di tre mesi questa cosa sconcerta anche me”.
“L’errore di Dino Viola – prosegue - è quello di aver adottato un procedura poco ortodossa, si poteva intervenire subito ed invece si è intervenuto dopo. Mio padre denunciò tutti e raccontò tutto. C’è un aspetto che è sconcertante: è che se arriva il segnale di un contatto hai paura, anche perché eravamo ad otto ore dalla partita. Trovo squallido uscire con questa storia ventisette anni dopo, oltretutto stiamo parlando del venti di gennaio. Se ho sbagliato chiedo scusa, ma non accetto lezioni di moralità. Mi muoverò per difendere il nome di Dino Viola”.
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