E sono cinque. La Roma inciampa ancora, condannata dalle idee del proprio allenatore.
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Roma, un'idea di riserva
E sono cinque. La Roma inciampa ancora, condannata dalle idee del proprio allenatore.
Ci eravamo complimentati con Luis Enrique all'indomani della bella vittoria ottenuta contro l'Atalanta. Miglior partita della stagione, confezionata grazie ad alcuni decisivi accorgimenti tattici. Meno possesso palla, più presenza in attacco atto a nascondere le fragilità difensive. Imparare dai propri errori è sintomo d'intelligenza. Peccato che qualcuno poi spenga la luce.
Francesco Totti salta le ultime quattro partite ed apriti cielo. Sconfitta nel derby, stessa sorte ancora contro Genoa e Milan, tre punti soffertissimi contro il Palermo. Senza il capitano in campo, la Roma è regredita di due mesi. Si compiace di sé stessa, si espone a black-out improvvisi, e quel che è peggio calcia pochissimo in porta. Il forcing costante per 45 minuti nella metà campo rossonera ha contato appena cinque tiri nello specchio di Abbiati, due dei quali sugli sviluppi di calci d'angolo.
Il Milan con il minimo sforzo si è portato a casa il risultato. Tre gol realizzati e altrettanti mancati clamorosamente. A distanza di diciotto anni, la Roma si riscopre sempre e comunque Totti-dipendente. Ripristinatore dell'ordine: il capitano rallenta e velocizza. Attende e riparte. Ispira il compagno e blocca l'avversario. Semplice e imprevedibile. Luis Enrique invece conosce soltanto una velocità. Uno schema. Un modulo. Un'idea. Ed è stato 'tanato'. Occorre un piano di riserva. Al più presto.
(Calciomercato.com)
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