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Roma, Tripi: “Qui ti formano prima come uomo. Ritiro con i grandi formativo per me”

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Il capitano della Primavera giallorosso parla del suo arrivo e della sua crescita a Trigoria: "Allenandomi tutti i giorni a Trigoria da 10-11 anni sicuramente migliori giorno dopo giorno"

Redazione

Filippo Tripi, capitano della Primavera della Roma, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del club dove ha raccontato le sue emozioni in vista della finale dei playoff, ma anche le sensazioni provate al momento della chiamata dei giallorossi quando era ancora un bambino.

Hai dei riti pre-partita, magari con la fascia? “Sinceramente con la fascia non ce l’ho, ce l’ho più col gagliardetto. Con Manuel Marzocca, primo dirigente che ho avuto nella Roma e l’ultimo che avrò in Primavera: ogni volta prima di andare in campo mi dà il gagliardetto e io gli porto quello dell’altra squadra. Un piccolo rito che mi concentra

Che emozioni hai provato quando ti ha chiamato la Roma? “Quando mi hanno detto che la Roma mi aveva preso nei pulcini non lo ricordo esattamente ma ero sicuramente molto contento. Io e la mia famiglia non avremmo mai pensato che sarei arrivato a questo punto. L’abbiamo presa come un’opportunità per migliorare a fare ciò che mi piaceva, per divertirmi”.

Quando hai capito che potevi fare qualcosa in questo sport? “Quando persone fuori dalla mia famiglia hanno cominciato ad interessarsi a me, come ad esempio un procuratore, ho iniziato a capire che potevo fare qualcosa in questo sport. Non ho fatto ancora niente, ma è un buon inizio”.

Cosa ha visto la Roma in te? “Sicuramente qualcosa in me avevano visto, allenandomi tutti i giorni a Trigoria da 10-11 anni sicuramente migliori giorno dopo giorno. Anno dopo anno acquisivo più consapevolezza e prendevo qualcosa da ogni allenatore che ho avuto”.

La differenza del settore giovanile della Roma e gli altri? “Per mia esperienza personale, qui prima ti formano come uomo e poi come calciatore. C’è un senso di appartenenza alla maglia molto forte: vedi Totti, De Rossi, Florenzi e Pellegrini che hanno tutti un senso di appartenenza forte alla maglia e secondo me è una cosa che volendo o no viene trasmessa ai giovani che sono di Roma e giocano per la maglia che amano”.

Com’è allenarsi con la prima squadra? “Quando ti alleni vicino alla prima squadra è bello. Da piccolo era più un’emozione irraggiungibile, poi anno dopo anno capisci che ci sei sempre più vicino. Poi la prima volta che ti ci alleni è un’emozione forte, mi hanno aiutato tutti quanti, sia lo staff che i giocatori. Il giorno prima li vedi in televisione e poi sei in campo con loro. All’inizio fa effetto, poi ci si abitua”.

Come è stato il precampionato con la prima squadra? “Il precampionato in prima squadra è stata una bella esperienza. Fare quei mesi estivi con loro è stato importante e formativo per me, mi ha aiutato per il resto dell’anno. Poi sono stato spesso con loro: molte convocazioni, molti allenamenti. È stato un po’ come proseguire quel ritiro”.