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Roma, Tommasi: “La continuità in un progetto è fondamentale”

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Società, allenatore e giocatori: l'ex centrocampista giallorosso ha parlato della rivoluzione romanista

Redazione

Damiano Tommasi è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport nella trasmissione “Crossover". Nel rispondere alle varie domande, ha speso parole di elogio in particolar modo per i Friedkin che, secondo l'ex giocatore giallorosso, stanno dando una continuità reale a questo progetto.

Come giudichi il momento della Roma? “La proprietà si sta muovendo bene e sono state fatte scelte importanti: Mourinho, la ristrutturazione societaria. Tutti segnali che i Friedkin vorranno rimanere parecchi anni nella Capitale a fare calcio."

Come giudichi la rosa della Roma considerando anche la presenza di Mourinho? “La costruzione della rosa attuale è figlia della prospettiva che si ha. Per avere la forza di costruire una rosa in più anni serve la freddezza e la capacità di sospendere il giudizio su tanti giocatori che a volte, invece, si corre il rischio di bruciare. Questo tempo la Roma se lo sta prendendo e questo è una conferma della credibilità del progetto”

Quanto è difficile parlare di sostenibilità e progettualità a Roma? Quali sono le componenti principali per creare una squadra vincente? “La continuità è fondamentale. È un percorso difficile che richiede competenza, risorse, visione e volontà di lasciare il segno. Mi sembra però che tutti questi elementi facciano parte della nuova proprietà. Chiaramente non ci sarà mai la garanzia assoluta di vittoria ma di crescita e competitività sì”

Cosa ne pensi dell’inizio di stagione e come vedi le prossime partite? “Penso che le stagioni fino al Mondiale in Qatar saranno molto particolari. Le tante competizioni diverse, il poco tempo di recupero e i viaggi creeranno situazioni difficili. In Italia, Inter e Juventus non sono così favorite come gli altri anni e il Milan ha dimostrato di potersi inserire, c’è spazio per la lotta al vertice ma c’è anche il rischio per tutte di cadere, soprattutto per le squadre che saranno impegnate nelle coppe europee”

Tra SuperLega e procuratori, quanto sta cambiando il calcio in questi anni e in che direzione evolverà? “Stiamo andando verso il business. Penso alle maglie da gioco: ormai sono un gadget da vendere a chi non è tifoso, si snaturano i colori e la tradizione. I calendari pieni sono la naturale conseguenza di una transizione che è cominciata quando sono esplosi i ricavi da diritti tv: ormai non si può più tornare indietro e bisogna prenderne atto”.