(di Mirko Porcari) - In attesa dell'ufficialità nel passaggio di proprietà, la Roma viaggia verso il futuro con l'incognita del tecnico: Claudio Ranieri è in scadenza di contratto, da mesi si parla di un rinnovo che tarda a concretizzarsi, il cambio al vertice della società autorizza l'apertura di un vero e proprio "toto-allenatore",
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Roma, quattro nomi per la panchina
(di Mirko Porcari) – In attesa dell’ufficialità nel passaggio di proprietà, la Roma viaggia verso il futuro con l’incognita del tecnico: Claudio Ranieri è in scadenza di contratto, da mesi si parla di un rinnovo che tarda a...
un esercizio che piace ai tifosi ed alimenta speranze e fantasie su obiettivi più o meno realistici. I nomi, per ora, sono quattro, andiamo a scoprire quali sono i "pro" e i "contro" dei mister che potrebbero guidare la Roma di domani.
1) CLAUDIO RANIERI - Un presente da vivere pienamente ed un futuro fatto di incertezze: la sua avventura in giallorosso ha conosciuto momenti di gloria lo scorso anno, quando sembrava che avesse costruito una "macchina perfetta", inceppatasi però sul più bello. Quest'anno le fortune sono state alterne, in particolare la critica gli imputa una mancanza di gioco che non permette alla squadra di esprimere tutto il potenziale tecnico a disposizione.
Pro - E' romano, non una cosa da poco: "Questa è casa mia, io sono tifoso della Roma" ha sempre ribadito a chi gli chiedeva cosa provasse nel guidare la squadra della sua città, il senso di appartenenza potrebbe rappresentare l'asso nella manica per chi punta ad una sua riconferma. In un anno e mezzo è riuscito a penetrare nei meandri di un ambiente spesso poco equilibrato, imparandone pregi e difetti, convivendo con un senso di incertezza a livello societario che ha cercato di separare dall'ambito strettamente calcistico. In questo senso, insomma, partirebbe avvantaggiato rispetto alla concorrenza.
Contro - Non c'è gioco, è palese. Lo aveva detto il primo giorno, appena sbarcato a Trigoria si era affrettato a tagliare i ponti con il recente passato ed a spazzare via i ricordi fatti di "calcio spettacolo". "Non sono Spalletti e non vedrete la Roma giocare il calcio più bello, io punto alla concretezza." Ed è proprio questo pragmatismo l'arma a doppio taglio: corona di alloro sfiorata in una prima stagione da incorniciare, mugugni incessanti in un campionato, quello attuale, in cui la Roma ha sbagliato partenza e pecca di continuità. La maggior parte dei tifosi imputa a Ranieri la mancanza di idee e di gioco, un costante affidarsi alle invenzioni dei singoli che penalizza la coralità di una rosa costruita intorno a giocatori di grande classe.
2) CARLO ANCELOTTI - Al Chelsea i tempi sono duri anche per lui: altalenante in Premier League, l'ex tecnico del Milan ci ha messo poco ad essere individuato quale capro espiatorio in una squadra che stenta a trovare un'identità. I bookmakers d'oltremanica lo danno come favorito nella corsa alla panchina della Roma, una certezza che si basa soprattutto sul suo desiderio "sempreverde" di allenare nella capitale.
Pro - E' graditissimo alla piazza: quando si parla di Ancelotti si ricordano i suoi sacrifici da giocatore con la maglia giallorossa, un attaccamento portato avanti negli anni senza mai nascondere le reciproche simpatie. "Mi piacerebbe allenare un giorno la Roma" si è più volte lasciato sfuggire a chi gli prospettava un futuro all'ombra del Cupolone: la nuova proprietà potrebbe puntare su di lui per un ambizioso progetto di rilancio, anche a livello internazionale, che farebbe leva sulla sua esperienza e su un feeling già cementato con buona parte dello spogliatoio.
Contro - L'età: non tanto a livello anagrafico, ci mancherebbe, è che nei suoi 52 anni ha vinto praticamente tutto. 2 Champions League, 2 Supercoppe Uefa, 1 Coppa del Mondo per club, più svariati titoli a livello nazionale. Tanto se si pensa agli stimoli che potrebbe ricevere arrivando a Roma: forse spinto dalla tifoseria riuscirebbe a non sentirsi "sazio" ma il pericolo di vedersi "arrivato" sarebbe sempre dietro l'angolo. Progetto più sfida, dunque, gli elementi chiave per "solleticare" la sua voglia di mettersi in gioco e per sancire un matrimonio auspicato orami da anni.
3) JOSEP GUARDIOLA - 4 presenze con la Roma ed un ricordo sbiadito: anche lui è passato dalle parti di Trigoria, una meteora prima di illuminare il Brescia di Roberto Baggio. Parliamo di quasi 10 anni fa, un'enormità nel mondo del calcio, se adesso pensi a Pep Guardiola vedi il Barcellona delle meraviglie.
Pro - Fa giocare la squadra, e bene. Certo, si dirà, con Messi, Iniesta, Xavi & company sarebbe semplice per tutti...Forse, o forse no. A noi romanisti basterebbe una squadra che riuscisse ad esprimersi con fluidità, senza le pretese di un Barcellona-Real ( novembre 2010, 5-0 e manita a Mourinho) ma neanche la sofferenza di un Roma-Brescia. Una via di mezzo, insomma. La "giovane" età (40 anni) e l'aver vissuto fino a pochi anni fa l'aria dello spogliatoio, ne fanno un sicuro punto di riferimento: è noto quanto sia importante, soprattutto ad alti livelli, possedere un'ottica privilegiata sui problemi che possono incorrere nei rapporti tra grandi campioni.
Contro - La concorrenza spietata: pur avendo rinnovato fino al 2012 con i blaugrana, su Guardiola hanno messo gli occhi tutte le big d'Europa. Prima di Leonardo anche l'Inter aveva pensato a lui, il Chelsea lo vedrebbe benissimo come sostituto di Carlo Ancelotti ed il Liverpool è ancora alla ricerca di una tranquillità dopo i danni di Roy Hodgson. Tanti pretendenti sono sinonimo di asta e le aste, si sa, fanno girare tanti soldi: la nuova proprietà difficilmente si lascerà convincere da un gioco al rialzo e la pista dello spagnolo potrebbe dirsi chiusa prima ancora di aprirsi.
4) JOSE' MOURINHO - "Zero tituli". Ci scherzava, il buon Josè, quando all'Inter faceva terra bruciata, adesso rischia di doverlo dire davanti allo specchio: la Liga sembra affare del Barcellona, la Champions è un'incognita che il Real ha sempre avuto difficoltà ad affrontare, rimarrebbe la Coppa del Re, ma sappiamo quanto siano esigenti i tifosi ed i dirigenti dei blancos. Dopo il ko di due settimane fa contro l'Osasuna la critica ha iniziato a bersagliarlo e lui non nasconde l'insofferenza verso chi osa sfidare il "pallone d'oro" degli allenatori.
Pro - O si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Con il carisma e la dialettica Mou riesce a ricevere dai suoi giocatori il 110 per cento: nel biennio interista abbiamo imparato a conoscerlo, oltre a lui parlano le vittorie e la simbiosi creata con lo spogliatoio nerazzurro. A Roma troverebbe pane per i suoi denti, come Fabio Capello nell'anno del terzo scudetto si "divertirebbe" a mediare tra primedonne: pochi giri di parole e polso fermo, il vero viatico ai cali di tensione a cui ci hanno abituato i calciatori giallorossi.
Contro - La sindrome di accerchiamento che piace a Mourinho rischierebbe di diventare una bomba ad orologeria: Roma non è Milano, la tutela ricevuta in nerazzurro davanti ai suoi eccessi non avrebbe la stessa portata nella capitale. Il pericolo è che la Roma possa sprofondare ancora di più nell'occhio del ciclone, un'eventualità che sarebbe meglio evitare. Altro ostacolo, simile a quello di Guardiola, è l'ingaggio: anche con il portoghese si viaggia sull'ordine dei "6-7 zeri", cifre francamente difficili da ipotizzare per una società che ha, come primo punto, quello di risanare il bilancio.
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