La panchina è diventata l’arma in più della Roma di De Rossi. Ripensando ai primi giorni di gennaio e all’emergenza che avvolgeva la squadra vengono in mente le parole di Bob Dylan: “I tempi stanno cambiando” e si potrebbe ora affermare che i tempi siano effettivamente cambiati. La Roma di De Rossi ha sconfitto il Frosinone in trasferta con un 3-0 sofferto; un aggettivo quasi paradossale per un risultato così netto, ma calzante visti i 18 tiri che i giallorossi hanno subito nel solo primo tempo (contro le sole tre conclusioni verso la porta di Turati). Il 2024 era iniziato con la ricerca dell’acquisto che avrebbe permesso allo Special One di schierare tre difensori di ruolo senza dover adattare Kristensen o Cristante al centro della difesa. Mourinho, infatti, perseguendo la scelta di usare la difesa a tre, era costretto a chiamare in causa giocatori che si trovavano fuori ruolo, diminuendo di fatto l’ampiezza delle scelte a sua disposizione per la formazione.


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Roma, l’arma in più di De Rossi: i successi ora arrivano anche dalla panchina
Il nuovo modulo porta ad una nuova panchina
—Con l’arrivo di De Rossi, ed il passaggio alla linea difensiva a 4, la Roma ha trovato una panchina lunga e soprattutto utile alla causa in vista degli intensi impegni europei. I gol proprio di Huijsen e Azmoun ne sono la testimonianza più lampante, eppure, la vittoria contro il Frosinone, sottintende altre buone notizie alle quali DDR potrà aggrapparsi nei momenti di difficoltà: il mister, girandosi verso la panchina, ha potuto prendere atto dell’enorme disponibilità di giocatori e quindi, dopo il cartellino giallo che avrebbe rischiato di condizionare la partita di Huijsen, ha deciso di spendere il cambio “in stile Inzaghi”, fuori il ragazzino olandese dentro Llorente. Rispetto alla partita contro il Feyenoord DDR ha cambiato sette giocatori ed è soprattuto la retroguardia ad essere stata rivoluzionata con il nuovo modulo.
Ndicka e Dybala, il riposo dei campioni
—Se Mourinho era solito affidarsi costantemente a Mancini-Llorente-Ndicka, adesso il mister ha potuto addirittura permettersi il lusso di far riposare l’ivoriano tornato vincitore dalla Coppa d’Africa, in cui è rimasto in capo per 690 minuti. Inoltre, l’ingresso sul terreno di gioco di Smalling segna un ritorno fondamentale per la Roma che recupera ufficialmente il miglior centrale della scorsa stagione dopo 170 giorni di assenza, un’opzione in più che permette di abbracciare la strategia del turnover.La Roma che ha affrontato il secondo tempo dello Stirpe, con anche Pellegrini al posto di Lukaku, ha dimostrato di poter giocare anche senza il belga -che non segna in campionato da 4 partite- e senza Dybala. Nella seconda frazione, infatti, sono arrivati dieci tiri totali, di cui tre in porta e i giallorossi hanno anche conquistato gli unici 2 calci d’angolo della loro partita. A beneficiare di questa nuova abbondanza sarà proprio il campione del mondo argentino che, in vista della sfida fondamentale dell’Olimpico contro il Feyenoord, è riuscito a rifiatare per tutto l’incontro lasciando a Baldanzi l’occasione di raccogliere la prima titolarità con la maglia giallorossa. Un riposo completo, per Paulo che non restava in panchina per 90’ dal 5 ottobre scorso, 4-0 casalingo al Servette. Con la testa al Feyenoord, DDR ha saputo correggere i propri errori iniziali facendo mea culpa nel post-partita per il brutto primo tempo e in questo caso a salvarlo è stata proprio la panchina, mai così lunga ed incisiva come in questa fase di stagione.
Ascanio Antolini Ossi
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