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Roma involuta, per Luis Enrique ancora tanto lavoro

(Ansa) – Un passo avanti, due indietro. In psicologia è nota come ‘sindrome del gamberò, nel mondo del pallone i sintomi sono associati a un’endemica mancanza di continuità.

Redazione

(Ansa) - Un passo avanti, due indietro. In psicologia è nota come 'sindrome del gamberò, nel mondo del pallone i sintomi sono associati a un'endemica mancanza di continuità.

Ne è affetta la Roma di Luis Enrique, che dalla trasferta in casa dell'Udinese torna con più dubbi che certezze. I progressi nel gioco e nella personalità colti nei successi su Novara e Lecce, infatti, sono stati spazzati via da Di Natale e compagni, primi avversari di un vero e proprio 'tour de forcè che i giallorossi dovranno affrontare prima della sosta natalizia. «Siamo delusi, non siamo riusciti a dar continuità ai risultati - ha ammesso senza peli sulla lingua il direttore sportivo, Walter Sabatini -. È mancato il furore, la cattiveria».

E ancora: «Ho visto una partita timida, una Roma involuta. Dobbiamo avere la forza per rigenerarci in fretta. Ci attende una settimana grigia». A preoccupare maggiormente l'ambiente è proprio l'involuzione di cui parla il ds romanista. Nonostante i proclami della vigilia («attaccheremo per 90'»), la formazione di Luis Enrique si è dimostrata tutt'altro che propositiva e, anzi, per stessa ammissione dell'asturiano, sugli esterni si è preoccupata più a difendere che a offendere. Solo che lo ha fatto con gli uomini sbagliati visto che nè Taddei Josè Angel (finora vero flop del mercato giallorosso se considerati costo e rendimento) sono stati in grado di opporsi alle sgroppate di Armero e Isla.

Per un approccio più coperto sicuramente sarebbero stati più indicati Heinze e Cassetti. A non convincere, poi, è l'insistenza con cui Luis Enrique rivoluziona ogni volta la formazione: da quando ha messo piede nella Capitale, tra Europa League e campionato, mai ha riproposto lo stesso undici di partenza. E il 'TotoLuisitò, come è stato ribattezzato dalla tifoseria, toglie sicurezza alla squadra e la priva di una identità chiara, riconoscibile. Stesso discorso per quanto riguarda i continui spostamenti in campo di alcuni elementi (vedi Pjanic e Lamela) che, anche se duttili, avrebbero bisogno di 'carburarè in un unico ruolo.

Infine, e non ci vuole uno psicologo per evidenziarlo, basta leggere i numeri, la Roma di Luis Enrique ha finora dimostrato di avere qualche problema di troppo coi muscoli flessori (col nuovo stop di Kjaer sono già otto i giocatori infortunati nello stesso punto), di soffrire le seconde metà gara (11 dei 14 gol subiti sono arrivati nella ripresa, e ben cinque nell'ultimo quarto d'ora), di accusare l'assenza di Francesco Totti. Nelle sei partite disputate senza il numero 10 giallorosso, la Roma ha infatti subito ben quattro ko, mentre nelle restanti due occasioni sono arrivati due successi con Palermo e Novara. Insomma, un pò sindrome del gambero, un pò sindrome del capitano.