(Ansa) - L'ennesimo pesante ko in trasferta, la zona Champions League che si allontana, le polemiche legate alle esclusioni di De Rossi e Kjaer, le espulsioni di Osvaldo e Cassetti, la squalifica di Gago.
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Roma in crisi, su caso De Rossi tutti i tecnici stanno con Luis Enrique
(Ansa) – L’ennesimo pesante ko in trasferta, la zona Champions League che si allontana, le polemiche legate alle esclusioni di De Rossi e Kjaer, le espulsioni di Osvaldo e Cassetti, la squalifica di Gago.
In casa Roma, nella settimana che porterà al derby, non c'è molto per sorridere. Dopo il netto 4-1 subito contro l'Atalanta, il cielo sopra Trigoria è diventato plumbeo, pronto a scatenare la tempesta nel caso dovesse arrivare una sconfitta con la Lazio. Per questo, all'indomani del rovescio di Bergamo, il direttore sportivo Walter Sabatini ha invitato tutti a dimenticare il più in fretta possibile l'ultimo passo falso: «Dobbiamo immediatamente resettarci per preparare il derby. La zona Champions? Fino a ieri ne ero convinto, ma giocando come con l'Atalanta non possiamo pensare al terzo posto. Adesso comunque è tutto sospeso, c'è la partita della stagione e dobbiamo pensare solo a quella».
Sulla bocca di tutti c'è infatti il caso De Rossi, spedito in tribuna da Luis Enrique per aver fatto tardi alla riunione tecnica. Una decisione che ha lasciato «sconcertati i compagni di squadra - ha ammesso Sabatini - perchè la sospensione riguardava un calciatore trainante. Ma Luis Enrique ha considerato il ritardo una grave superficialità». E a condividere la presa di posizione dell'asturiano è stato in primis il ct Prandelli, sempre sensibile all'argomento 'codice etico'. «Sto tutta la vita con Luis Enrique - ha dichiarato dal raduno di Genova - tutti dovremmo stare con chi fa applicare le regole. È assurdo anche solo che se ne discuta. Alla Roma c'era un regolamento interno, è stato rispettato. È chiaro che a Daniele dispiace, ma sono sicuro che per i prossimi 5 anni i ragazzini della Roma arriveranno puntualissimi».
Ben altro il punto di vista del presidente del Palermo, Zamparini: «Io avrei chiamato il mister e gli avrei chiesto: 'Che c. stai facendo?'. Non credo alla storia del ritardo, se l'esclusione fosse dipesa davvero da quello, darei un calcio a Luis Enrique e lo rimanderei in Spagna. C'è sotto qualcosa di più grosso». Un'idea condivisa anche da Zeman: «Non credo che sia stato mandato in tribuna per il ritardo, ma se così è e ci sono delle regole è giusto vengano rispettate, anche da De Rossi». Solidali, invece, il 'cuginò della Lazio, Reja («il ritardo ci può stare, ma bisogna rispettare le regole»), e il grande tifoso romanista, Cosmi: «Ognuno ha le sue regole nel vivere lo spogliatoio e nel farle rispettare. Luis Enrique non è solo, c'è una società alle sue spalle, che ha avallato la scelta e va rispettata. Purchè rimangano coerenti con tutti».
Molto meno diplomatico Mazzone: «Ma se questo ragazzo veniva multato per poi giocare, quale sarebbe stato il danno? Se Luis Enrique è arrivato a tanto sicuramente il giocatore ha sbagliato, ma la punizione è stata eccessiva». Di certo, la Roma è uscita ancora una volta a pezzi da una trasferta. «La partita di ieri potrebbe essere considerata come uno spartiacque non positivo - ha commentato un deluso Sabatini -. Ci stiamo consegnando alla mediocrità». Adesso, con la zona Champions nuovamente distante 7 punti, la squadra ha l'obbligo di non fallire l'appuntamento-derby. Rientreranno i capitani Totti e De Rossi, ma sicuramente mancheranno gli squalificati Cassetti, Gago e Osvaldo. Difficile invece fare un pronostico sulla presenza o meno di Kjaer, incensato da Luis Enrique 24 ore prima della gara con l'Atalanta («è un calciatore incredibile, di livello altissimo: ha un presente e un grande futuro») e poi lasciato in tribuna assieme a De Rossi per scelta tecnica.
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