(di Alessio Nardo) Meno undici alla fine, il countdown è iniziato. Difendere il secondo posto in classifica è un obbligo, evitare i preliminari di Champions League il miglior modo per assicurarsi un'estate tranquilla oltre che promettente sul fronte mercato. Garantirsi la qualificazione diretta ai gironi del massimo torneo continentale concederebbe a Sabatini un'arma in più per convincere, in sede di trattativa, eventuali "indecisi". Il lavoro del direttore sportivo, in ogni caso, è già iniziato da tempo. Anzi, forse non si è mai interrotto. Mentre la Roma di Garcia lavora sul campo per raggiungere il suo obiettivo, l'altra Roma (quella del mago Walter) già si proietta nel futuro ed immagina il suo possibile nuovo abito. Cosa cambierà? Cosa ci sarà di nuovo? Siamo tutti curiosi e smaniosi di scoprirlo. Ci vorrà tempo, è fine marzo e tutto è ancora in piena evoluzione. Ma qualcosa si può già dire, o quantomeno ipotizzare. Il modulo, ad esempio. Conferma del 4-3-3 o passaggio ad altri sistemi di gioco più o meno simili? E' il caso di rifletterci su.
news as roma
Roma, il 4-2-3-1 è più di un’ipotesi per il futuro
(di Alessio Nardo) Meno undici alla fine, il countdown è iniziato. Difendere il secondo posto in classifica è un obbligo, evitare i preliminari di Champions League il miglior modo per assicurarsi un’estate tranquilla oltre che promettente...
Bisogna partire dal nodo cruciale. Ossia dall'uomo la cui scelta rischia di condizionare l'intero sviluppo del mercato giallorosso. Miralem Pjanic ha in mano il suo destino: firmare o meno con la Roma. C'è chi è pronto a stappare lo champagne per festeggiarne il rinnovo del contratto, chi invece già lo vede con un'altra maglia (quella blu e rossa del Paris Saint Germain). E chi, in terza battuta, unisce le due cose: rinnovo utile a far alzare le offerte delle pretendenti e quindi propedeutico ad una cessione del calciatore ad un prezzo più elevato. Tutto è possibile. Ma la Roma, di fatto, con o senza Pjanic vuol consolidare ed aumentare la propria competitività. In primis a livello nazionale, per lanciare l'assalto a quel benedetto quarto scudetto più volte annusato e sfiorato nel corso degli ultimi anni.E poi anche in Europa, dove l'obiettivo razionale e ragionevole sarà passare il primo girone, per poi giocarsela dagli ottavi con onore e dignità. Evitando, se possibile, figure barbine come l'1-6 interno incassato dallo Schalke 04 con il Real Madrid.
Dunque, bisognerà costruire una organico all'altezza. Migliorare, migliorarsi, rafforzare e puntellare. Senza freni. Bisognerebbe innanzitutto capire "quanto" Pallotta e soci saranno disposti a mettere a disposizione di Sabatini. Ma l'abilità del ds nel portare avanti un "mercato creativo" (già dimostrata nelle ultime due sessioni) ci fa stare piuttosto tranquilli. Già circolano i nomi dei primi possibili colpi in entrata. Ce n'è uno in particolare, quello di Javier Pastore, sul quale occorre fare un ragionamento. Il rapporto stretto con il PSG, che ha già portato al trasferimento di Marquinhos lo scorso anno, potrebbe dare adito ad una sorta di "scambio" con Pjanic in Francia ed il Flaco di nuovo in Italia. Solo una suggestione? Forse. Ma se ne parla. Va detto che Pastore è un pupillo di Sabatini, e questo più o meno lo sanno anche i bambini. Va però anche ricordato che la Roma avrà a disposizione il prossimo anno (e nel futuro) un certo Leandro Paredes. Calciatore dalle caratteristiche simili e che, come Pastore, non sembra adatto al 100% ad agire all'interno di un 4-3-3.
Si fa avanti un'ipotesi intrigante. Quella che porta al 4-2-3-1, modulo tra l'altro già proposto quest'anno da Garcia in qualche occasione. Sia dal 1' (contro il Catania ad esempio, con Pjanic e Bradley davanti alla difesa ed il trio Gervinho-Totti-Ljajic a supporto di Destro) che a gara in corso, con il costante avanzamento di Pjanic tra i due esterni d'attacco e l'abbassamento di Strootman (o Nainggolan) al fianco di De Rossi. Il bosniaco è un po' la variabile impazzita della Roma attuale. L'elemento che di fatto si sostituisce al regista (visto che De Rossi è assai più prezioso in fase d'interdizione), avendo il compito di costruire gioco ed andare anche in appoggio agli attaccanti. Un giocatore che per caratteristiche (non per rendimento, ancora un po' troppo altalenante) ricorda i grandi centrocampisti spagnoli dell'era moderna: Borja Valero, Thiago Alcantara, David Silva, Fabregas, sino ai mostri sacri Xavi e Iniesta. Uomo a tutto campo. Difficile trovarne uno simile. Forse quasi impossibile.
Ecco perché, in caso di addio dell'ex Lione, non sarebbe folle ipotizzare un cambio drastico. Ovvero, l'acquisto di un trequartista classico ed il passaggio ufficiale al 4-2-3-1. Pastore può piacere o meno e non è certo l'unico in grado di interpretare il ruolo di rifinitore. L'obiezione, in tal caso, è quasi scontata: sì, ma il regista? Ebbene. Se diamo uno sguardo alla storia, le grandi squadre che hanno interpretato il 4-2-3-1 raramente hanno avuto bisogno di un playmaker puro. E' vero, la Roma di Spalletti ha avuto Pizarro, ma è altrettanto vero che si trattava di un 4-2-3-1 riconosciuto un po' da tutti come "anomalo" e "differente" dagli altri, per via della presenza di un trequartista (Perrotta) che tutto era fuorché un elemento di classe e fantasia. E di uno dei due esterni, Taddei, molto più votato alla copertura che alla fase di spinta. Ecco perché, oltre a Totti, creatore universale di calcio, occorreva un altro uomo di qualità in mezzo al campo. Quindi arrivò Pizarro, con De Rossi di fatto esentato da compiti di costruzione e che iniziò a diventare ciò che è adesso: un fantastico centrocampista di distruzione.
Se ben vi ricordate, la primissima Roma spallettiana "scimmiottava" l'impostazione del 4-2-3-1 degli squadroni d'Europa. A Reggio Calabria, il 28 agosto 2005 (debutto del tecnico di Certaldo sulla panchina giallorossa), la formazione titolare fu questa: Doni; Panucci, Kuffour, Chivu, Cufré; De Rossi, Perrotta; Mancini, Totti, Taddei; Montella. Quindi, assenza del regista in mediana (De Rossi-Perrotta duo muscolare), presenza di un playmaker offensivo sulla trequarti e di un centravanti puro. Esattamente come la Francia campione di tutto tra il '98 ed il 2000, con Vieira e Petit davanti alla difesa e Zidane di fatto a far da regista d'attacco (con Henry e Djorkaeff esterni). O come il Real Madrid dell'era galacticos, che a sua volta si affidava a Zidane, e che a centrocampo schierava addirittura un centrale difensivo adattato (Ivan Helguera) accanto al mastino Makelele. Alla Roma, in caso di partenza di Pjanic, servirebbe un perfetto omologo del bosniaco per mantenere il 4-3-3. Ma esiste? Sì, si chiama Borja Valero, ma la Fiorentina non è disposta a regalarlo. Più semplice, invece, reperire un autentico regista offensivo in grado di agire alle spalle della prima punta. Uno alla Wesley Sneijder, per intenderci. Visto che gli uomini restanti appaiono ideali per il 4-2-3-1. De Rossi, Strootman e Nainggolan sono tutti e tre perfetti per giocare davanti alla difesa. Sugli esterni ci sarebbe abbondanza (Florenzi, Gervinho, Ljajic e Bastos già adesso garantirebbero un poker di qualità), Totti potrebbe alternarsi con lo Sneijder (o il Pastore) di turno sulla trequarti e Destro giocarsi il posto con il centravanti titolare che andrà acquistato. Non male, no?
© RIPRODUZIONE RISERVATA