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Roma, che succede nell’intervallo?

(di Marco Cantagalli)  La Roma di Rudi Garcia è una squadra che ha abituato i propri tifosi, e non solo, ad un gioco brillante e dinamico, in cui il possesso palla è fondamentale. Non lento e passivo come nell’anno disgraziato con Luis...

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(di Marco Cantagalli) La Roma di Rudi Garcia è una squadra che ha abituato i propri tifosi, e non solo, ad un gioco brillante e dinamico, in cui il possesso palla è fondamentale. Non lento e passivo come nell'anno disgraziato con Luis Enrique alla guida tecnica, ma rapido e in verticale. 

E' un piacere vedere la squadra giallorossa, specialmente quando è in giornata. Totti e Gervinho sono una coppia sublime: il primo sforna assist su assist ed è l'unico in Italia che ancora oggi rende semplice ciò che è difficile. Il secondo è una scommessa vinta di Garcia, che lo ha voluto a tutti i costi in estate. L'ivoriano è micidiale nell'uno contro uno, ha una corsa dal sapore antico, quasi zoppicante, a tratti dispersivo, nei fatti decisivo. La sua è una danza del ventre accanto a un pallone. Il suo sorriso è contagioso per i compagni e per i tifosi ed è diventato in poco tempo uno dei simboli della Roma di Garcia, della Roma dei record.

Appunto, i record. La Roma delle dieci vittorie consecutive rimarrà nella storia ancora per molti anni, questo è certo. Quella striscia prima o poi, statisticamente, doveva interrompersi. Ma la squadra giallorossa ha continuato a giocare bene, a fare punti e, se non ci fosse una Juventus inarrestabile, come quella di quest'anno, probabilmente ora sarebbe in testa alla classifica.

La forza di questa squadra però è sempre stata la difesa. La coppia Castan-Benatia è veramente ben assortita, nonostante in estate in pochissimi ci avrebbero scommesso una lira. Ma il merito è di tutti. E' la fase difensiva della squadra allenata da Rudi Garcia che è incredibile.

La Roma è una squadra compatta, decisa, attenta, cattiva agonisticamente, concentrata, determinata. La fame e la voglia di fare sempre meglio hanno portato la Roma ad avere la miglior difesa in Italia. La seconda in Europa, dietro solamente alla squadra più forte del mondo: il Bayern Monaco di Guardiola.

In 22 gare di campionato Morgan De Sanctis ha subito 11 gol. Una media spaventosa, da grande squadra. Un gol subito ogni due partite. In Coppa Italia, invece, la porta dei capitolini è stata perforata 5 volte, in 4 partite. Tutti i gol sono stati subiti contro il Napoli, e la Roma li ha pagati a caro prezzo, venendo così eliminata in semifinale, ad un passo dalla decima stella d'argento.

Ma, come si suol dire, carta canta. La Roma su 16 gol totali che ha incassato, tra Serie A e Tim Cup, ne ha subiti 6 dopo l'intervallo. E' un dato che fa riflettere. L'inizio della ripresa si dimostra fatale e decisivo, in negativo. Più del 37% dei gol subiti dalla squadra giallorossa sono arrivati nel primo quarto d'ora della ripresa.

La domanda quindi è: cosa succede nell'intervallo?

Se lo sarà chiesto, da buon perfezionista qual'è, Rudi Garcia. Speriamo che il francese risolva presto il problema e che tutto torni alla normalità, visto il nervosismo evidente delle ultime settimane.

Ma il calo d'attenzione della Roma dopo il duplice fischio, come in tutte le cose, ha avuto un inizio. Il primo gol subito tra il 45' e il 60' è stato a Bergamo: Brivio al 51' su punizione sigla il momentaneo vantaggio dell'Atalanta, complice la prima "papera" di De Sanctis.

Il secondo a Torino: Bonucci sugli sviluppi di un corner, tutto solo in area di rigore, spegne al 48' ogni speranza di rimonta giallorossa allo Juventus Stadium. 

A Verona, contro l'Hellas, arriva la terza doccia fredda: al 49' Emil Hallfredsson scaglia uno sporco e preciso sinistro dal limite, pareggiando momentaneamente il risultato. Gervinho e Totti, tanto per cambiare, riescono a recuperare e mettere in cassaforte il risultato nei minuti finali.

Poi il Napoli. In una settimana Garcia incontra due volte Benitez: all'andata, sul risultato di 2-0 dopo i primi 45 minuti, la Roma dopo meno di 120 secondi subisce un gol rocambolesco che riapre il match. Mezzo autogol di De Sanctis, mezzo gol dell'inedito tandem Higuain-Benatia.

Stesso discorso al San Paolo: al 48' Gonzalo Higuain, lasciato solo in area di rigore, la insacca di testa su cross da calcio d'angolo. Nemmeno 3 minuti dopo Jorginho chiude il match, portando il Napoli in finale.

Ora alla Roma resta solo il campionato. E non c'è tempo da perdere: domenica arriva la Sampdoria allo stadio Olimpico e serve una risposta. Immediata e forte. Come dopo la disfatta di Torino.

Totti & Co.  hanno l'obbligo di rialzarsi subito, tutto è ancora in gioco. Mancano ancora 15 partite alla fine dei giochi, e la Roma ad aprile dovrà recuperare anche la gara contro il Parma, sospesa due settimane fa. Virtualmente a sei punti dal primo posto, e sopra di sette dal terzo posto, sognare è lecito. 

Ma da oggi in poi, non bisogna deconcentrarsi un attimo. Specialmente dopo l'intervallo.