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Roma, cercasi strategia disperatamente

(di Alessio Nardo) Che il 3 giugno la Roma sia ancora senza allenatore, di per se non ? il fatto pi? grave. Mancano circa quaranta giorni al raduno ufficiale della squadra,

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(di Alessio Nardo) Che il 3 giugno la Roma sia ancora senza allenatore, di per se non ? il fatto pi? grave. Mancano circa quaranta giorni al raduno ufficiale della squadra, di tempo per organizzare il lavoro ce n'?. Ci? che non va pi? bene, soprattutto in questi giorni di enorme delusione (tutt'altro che smaltita) per la finale di Coppa Italia persa contro la Lazio, ? la totale mancanza di strategia da parte di uno staff dirigenziale ampio e confuso. Ahinoi, non ? una novit?. Per la terza stagione consecutiva, Baldini e Sabatini sono partiti col piede sbagliato.

Pensiamo a due anni fa, al primo atto della gestione americana. La creazione della nuova Roma, di fatto, inizi? molti mesi prima dell'estate 2011, con il lavoro sottotraccia di Sabatini ed i segreti dialoghi a distanza con Baldini, ancora legato da contratto alla Federazione inglese. Lunghe settimane di preparazione alla nuova avventura in giallorosso. Gi?, ma portate avanti come? Con idee chiare? Apparentemente no, visto che per annunciare il nome del nuovo allenatore fu necessario parecchio tempo. Luis Enrique divenne il tecnico della Roma a giugno inoltrato. Motivo della scelta? Un colloquio tra Baldini e Guardiola con "consiglio amico" di Pep al dirigente filosofo. Pi? che una decisione pensata e strategica, un tentativo. Goffo, sballato, tristemente fallimentare.

Ma s?, il primo anno ? il primo anno. Lecito sbagliare, consentito (?) prendere una toppa. Ma il secondo? Vietato fallire ancora, assolutamente imperdonabile farsi trovare impreparati. Eppure, la Roma, dodici mesi fa riusc? a combinarne una dietro l'altra. Campionato concluso il 13 maggio, poi solita ressa di nomi. Villas Boas, Montella (gi? bocciato nel 2011), Bielsa. La scelta finale ricadde su Zdenek Zeman, pi? per motivi "di piazza" che per una reale convinzione comune in seno alla dirigenza. In sostanza, altro tentativo. Un "proviamoci e vediamo come va". E com'? andata, l'abbiamo visto. Secondo anno buttato, disastro sotto ogni profilo. Ora ci risiamo. La Roma ha avuto a disposizione quattro mesi, dall'esonero del boemo datato 2 febbraio, per riflettere e scegliere con calma la nuova guida.

Siamo ai primi di giugno, e il jolly non ? ancora spuntato fuori dal mazzo. Non solo. Mazzarri, tra i primissimi nomi nella lista di Sabatini e soci, ha preferito l'Inter ancor prima di conoscere il risultato della Roma in finale di Coppa Italia (che, se vinta, avrebbe proiettato i giallorossi in Supercoppa con la Juve e ai gironi d'Europa League). Allegri, restando al Milan, ha dimostrato di non avere tra le sue priorit? l'approdo nella Capitale. Altri nomi escono fuori di continuo, come al Fantacalcio. Bielsa, Blanc, Garcia, Mancini, Spalletti, Pioli. E chi pi? ne ha pi? ne metta. La Roma avr? un allenatore, questo ? certo. Ma stupisce, imbarazza, lascia a dir poco esterrefatti la totale mancanza di un piano, di un programma, di una pianificazione chiara e delineata da parte del team dirigenziale. Sono i fatti a dimostrarlo. E se il buongiorno si vede dal mattino, ? il caso di preoccuparsi seriamente.