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Ranieri: “Sarò alla Roma fino a giugno, non penso al futuro. Schick un campione” – AUDIO – VIDEO

LaPresse

Le parole del tecnico a due giorni dalla sfida con i sardi: "Non è vero che mi sono proposto per la prossima stagione. Sono venuto per aiutare in un momento di necessità. Cragno e Barella? Fortissimi, ma non ci penso"

Redazione

La sfida del cuore. Claudio Ranieri è pronto ad affrontare il suo Cagliari, l'unica squadra che riesce a strappargli un po' di quell'amore viscerale che l'ha riportato a Roma. Sabato alle 18 i giallorossi saranno chiamati a vincere, per continuare a sperare nella Champions. A due giorni dal match, come ormai d'abitudine, il tecnico romanista ha parlato in conferenza stampa, prima di scendere in campo per dirigere l'allenamento.

La Roma arriva dopo sette punti in tre gare con un gol subito. Ottima partita contro l’Inter, si può temere un calo di concentrazione contro il Cagliari?

Credo che bisogna rispettare ogni avversario, però i ragazzi stanno lavorando intensamente e seriamente per poter concorrere a questo posto benedetto in Champions. Ci sono diverse squadre in lizza, sarebbe da sciocchi prendere sotto gamba il Cagliari, che non molla mai e sta facendo un finale grande, ha diversi ottimi giocatori, ha Pavoletti il loro punto di riferimento su ogni pallone alto. Sarà una partita da giocare con intelligenza e attenzione.

El Shaarawy è andato in doppia cifra in gol e ha dato continuità di prestazioni. Un giudizio su di lui.

È un ragazzo molto coscienzioso, riesce a fare le due fasi, sia quella di difesa con ottime diagonali sia quella di offesa. Sta dando un grande contributo da quando è arrivato a Roma.

Ha l’impressione che Dzeko in questa fase della carriera giochi meglio da solo al centro dell’attacco?

Dzeko è un giocatore che ama partecipare al gioco, quello che ha fatto vedere a San Siro sia il subo habitat naturale. Viene incontro e fa inserire gli altri. Può giocare con uno accanto ma questo deve capire il suo gioco e inserirsi al momento giusto.

Pastore può fare il titolare?

Titolare non lo so, ma lo sto vedendo molto bene dalla scorsa settimana. Sta recuperando fortemente, lo vedo molto motivato.

Quando è tornato ha usato parole importanti per Schick. Ora è della stessa opinione?

È un grosso campione, c’è chi matura prima e chi dopo. Ma ha tutti i requisiti per diventare un grande giocatore.

Ha sostituito Under all’intervallo, il problema è fisico o tattico?

Un po’ tutti e due. Quando giochi in quella posizione o crei problemi all’avversario o lui li crea a te. È rientrato, si sta allenando bene e mi aspetto molto da lui.

Nella conferenza della scorsa settimana ha fatto una battuta sul futuro, dicendo “meno male che considerate anche me per la successione”

(Ranieri interrompe, ndc) Sì ma non mi sono mai proposto in vita mia, c’è qualcuno che ha scritto che io mi propongo, non l’ho mai fatto….

Si sente uno dei candidati?

Io mi sento l’allenatore della Roma fino alla fine del campionato, poi Dio vedrà e provvederà. Mi hanno chiamato in un momento di difficoltà, io da tifoso della Roma ho accettato a scatola chiusa questa parte di stagione. Punto.

Sabato mancheranno Zaniolo e Cristante: quanto perde nell’equilibrio la Roma? Che idea ha di Coric? Era arrivato con aspettative ma non l’abbiamo mai visto.

Quando mancano delle pedine abituate a giocare ci sta qualche contrattempo di fluidità di gioco, quello che mi aspetterò sabato. Ma mi auguro che chi giocherà faccia un surplus di lavoro e la squadra riesca a bilanciare queste mancanze. Coric è un gran buon giocatore, non è facile cambiare nazione, è la prima volta che esce da casa. Ma ha grandi qualità, si deve soltanto adattare al calcio tattico italiano.

Spalletti prima della partita contro la Roma ha espresso un concetto in controtendenza, facendo riferimento alle grandi squadre che costruiscono partendo dal portiere. Sembrava un po’ voler rispondere a quello che aveva detto lei. Cosa ne pensa? Ci sono tanti modi? Dipende dal portiere che si ha?

Dipende dalla squadra che uno ha, dalle caratteristiche dei propri giocatori. Ognuno può fare il calcio che vuole. Il bello del calcio è questo, non c’è niente di dogmatico, di certo, ognuno è libero di fare il proprio gioco. Il calcio è semplice, sono i giocatori e gli allenatori che lo rendono difficile.

Ha affrontato una delle squadre più forti sulle palle inattive, concettualmente si orienta più sull’uomo oppure a zona o misto? Perotti come sta?

Mi piace la marcatura a uomo, mi piace il contatto fisico ma bisogna valutare quanti sono i giocatori che si perdono la marcatura. Per questo in alcune squadre ho fatto la zona, che però va aiutata perché poi gli avversari arrivano in terzo tempo e tu salti da fermo e bisogna fare una previsione di chi arriva in corsa. Diego si sta allenando bene, ha recuperato ma non ha i 90’.

Cragno e Barella sono due nomi accostati alla Roma. Le piacerebbe allenarli il prossimo anno?

Sono entrambi fortissimi. Io non penso alla prossima stagione, penso al Cagliari. Sono in gamba, avranno un futuro roseo anche in nazionale.