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Rocca: “Nella Roma tornerei ad allenare in qualsiasi categoria”

“Se mi offrissero di allenare a Roma, consentendomi di mantenere la mia autonomia, guiderei qualsiasi categoria”. Queste le parole di Francesco Rocca ai microfoni di Radio Manà Sport, rilasciate durante la trasmissione 1927. 

Redazione

“Se mi offrissero di allenare a Roma, consentendomi di mantenere la mia autonomia, guiderei qualsiasi categoria”. Queste le parole di Francesco Rocca ai microfoni di Radio Manà Sport, rilasciate durante la trasmissione 1927. “Lo scorso anno fui contattato dai giallorossi – rivela Rocca – ma mi era stato chiesto di fare il supervisore degli allenatori. Io sono un allenatore di calciatori e quindi non ho accettato”.

Francesco Rocca, nove anni con la Roma e 18 presenze in Nazionale, è stato inserito nella Hall Of Fame ufficiale dei giallorossi per il 2012: “Non mi aspettavo di essere rimasto così vivo nel cuore dei tifosi della Roma. Mi ricordo che, quando giravo per la città con mio figlio, alcuni mi fermavano per ringraziarmi e io mi stupivo perché pensavo di non aver fatto nulla di speciale. Comunque posso dire che la storia della Roma è piena di grandi calciatori, che hanno dato anche più di me durante la loro carriera”.

Il calcio, da quando Rocca ha smesso di giocare, è cambiato molto: “Io ero prima di tutto un tifoso, mentre oggi i calciatori hanno tutti uno o più procuratori. Dicono che sono troppo duro? Non bisogna confondere la durezza con la professionalità perché io sono un educatore. È vero che ho sempre amato lo sforzo fisico ma penso sia l’unica via per avere delle soddisfazioni e anche il fatto di aver sopportato per anni quello che mi è successo mi ha sicuramente temprato”.

Infine un giudizio sulla Roma e sulla partenza dei giallorossi: “E’ difficile spiegarsi come è stato possibile che la Roma, in vantaggio di due gol, ne abbia poi presi tre dal Bologna. Credo comunque che, scegliendo Zeman, la società abbia voluto puntare, dopo la scorsa stagione, su un’idea di calcio legata allo spettacolo. Ora dovrà essere il campo a parlare”.