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Ritrovato l'entusiasmo, si deve puntare alla Champions

(di Daniele Scasseddu) – La netta vittoria nel derby, sia dal punto di vista tecnico che psicologico, ci ha riconsegnato una nuova Roma, una squadra che dai tempi di Spalletti non si vedeva, ritrovata non solo nel gioco, ma soprattutto...

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(di Daniele Scasseddu) – La netta vittoria nel derby, sia dal punto di vista tecnico che psicologico, ci ha riconsegnato una nuova Roma, una squadra che dai tempi di Spalletti non si vedeva, ritrovata non solo nel gioco, ma soprattutto nell’entusiasmo e nella consapevolezza della propria forza.

Alla fine del campionato mancano nove giornate e la possibilità di ottenere ancora 27 punti; la zona Champions è lontana quattro lunghezze, poche se si pensa che quattro giornate fa la Roma era distaccata di 9 punti, tante se si legge il calendario dei prossimi impegni di campionato: Fiorentina, Juventus, Udinese. Servirà una grandissima Roma, che dovrà correre,lottare e sudare su ogni pallone per cercare di recuperare una stagione che era partita in pompa magna e che ora ci vede lottare per ciò che tutti davamo per scontato ad agosto. Sul fronte societario, siamo giunti ai titoli di coda: Thomas DiBenedetto sarà il nuovo presidente dell’ As Roma, bisognerà solo attendere qualche altro giorno, visto che da più fonti si indica come il termine ultimo non è più il “famoso” 17 marzo ma il tutto è slittato per questioni tecniche alla fine del mese.

C'E' SOLO UN CAPITANO – In questo mini-ciclo di nove partite che mancano alla fine del campionato una sentenza è stata già emessa: la Roma non può prescindere da Francesco Totti; il capitano in una forma invidiabile ha ritrovato il sorriso e la voglia di trascinare la squadra fino al quarto posto, difficile quindi che Montella lo possa lasciare in panchina domenica contro la Fiorentina. «Dobbiamo assolutamente accedere alla Champions League del prossimo anno» tuona Totti che ha ben presente quanto sarà importante per il futuro della nuova Roma: quella che sta prendendo corpo con l'arrivo dei nuovi proprietari americani. "Faremo di tutto per raggiungere le prime posizioni della classifica - continua Totti - anche se è giusto godersi per un attimo questo successo. Ma poi guardiamo subito ai nostri obiettivi e proprio per questo andremo a Firenze con tutta l'intenzione di giocarci la partita". Il peggio è alle spalle, la voglia è tornata e la condizione fisica di Totti sta facendo il resto. Anche se essere capitano in campo, non vuol dire non poter soffrire e avere i problemi di tutti i giorni come le persone normali: soprattutto in una città come Roma. «Nella carriera di un calciatore e nella vita di un uomo, ci sono fasi serene e altre decisamente più ostiche: è in queste situazioni che esce fuori il nostro carattere. Credo che sia sempre stata questa la mia forza, la caparbietà di non mollare mai" .Il capitano della Roma ha anche un paio di traguardi intermedi che sono suoi obiettivi già da inizio stagione: i 200 gol in Serie A (domenica si è portato a 199) e il quinto posto nella graduatoria marcatori del massimo campionato. Un piazzamento che per ora è nella mani di sua maestà Roberto Baggio, fermo per sempre a quota 205.Anche Montali esalta il capitano: "La vittoria nel derby è arrivata anche grazie alla serenità mostrata da Totti, spiega il direttore operativo della Roma. Incassava colpi senza reagire e la squadra ne ha tratto forza. Per noi sarebbe meglio giocare sempre contro Lazio, Milan, Inter o Juve, perché la Roma quando gioca con i suoi pari ci mette tanta qualità. Ma i campionati si vincono non solo contro le big e dobbiamo imparare a diventare grandi e anche a saper perdere. Quello degli atteggiamenti sarà uno dei punti chiave della futura Roma". Fanno eco alle parole di Montali quelle di uno dei giocatori che ormai è diventato un pilastro della difesa giallorossa e parliamo di Nicolas Burdisso:Sapevamo - dice Burdisso -che il derby ci avrebbe potuto rilanciare. Adesso vogliamo fare bene e chiudere la stagione nel miglior modo possibile; a Firenze dobbiamo trovare continuità e vincere. Alla fine del campionato mancano ancora nove partite, con tanti scontri importanti. Possiamo fare bene".

IL SEGRETO E’ MONTELLA – La nuova Roma che stiamo ammirando passa soprattutto per un nome: Vincenzo Montella. È scattato qualcosa: un legame affettivo,una fratellanza, che ha prodotto, in ogni singolo calciatore, la fine dell’isolamento, l’esigenza di partecipare, la voglia di condividere. Basta citare Pizarro. L’effetto è stato immediato.E domenica con la Lazio è stato forse l’elemento che ha fatto la differenza, più della tecnica, degli schemi, delle fragilità altrui. Lo ha spiegato Gian Paolo Montali. «I nostri giocatori hanno utilizzato il "noi", non più l’"io". Montella ha avuto un ottimo approccio: è un giovane saggio, ha delle idee. Con i giocatori ha creato subito empatia e la squadra ha fatto dieci punti in quattro partite» Da quando Montella, il più giovane allenatore della Serie A, ha ricevuto le chiavi della prima squadra, la società si è adoperata per consentirgli di lavorare nelle migliori condizioni possibili. Un esempio: ha chiesto l’acquisto di un sistema gps satellitare, utilizzato in Inghilterra e in Spagna ma non in Italia, utile a monitorare i metri percorsi, le velocità, le accelerazioni, i ritmi di 10 atleti al giorno. Si tratta di dispositivi simili a un cellulare che calcolano a fine giornata l’intensità e la qualità del lavoro. La spesa, di poco superiore ai 10mila euro, è stata utile per consentire allo staff tecnico di analizzare in tutto e per tutto il rendimento dei giocatori in allenamento. È questa, poi, un’altra delle parole chiave del metodo di Montella. Durante le sedute si corre, mai a vuoto: scatti, ripetute, cambi di direzione, esercizi che possano consentire di potenziare resistenza e velocità. La parte atletica è sempre alternata a quella tattica, il vero pallino di Vincenzo: prepara le partite con cura quasi maniacale nei dettagli, studia gli avversari a perfezione, pretende che i giocatori scendano in campo con dei compiti ben precisi da eseguire. Tanto che spesso si sofferma a spiegare e rispiegare i movimenti. Nella Roma che verrà tutti ci auguriamo di rivedere ancora l’allenatore partenopeo, questo vorrà dire che la Roma parteciperà alla prossima Champions League

ULTIME BATTUTE- Sul fronte societario tutto procede senza intoppi, eppure ci si allungherà a fine mese. Contratti e patti parasociali formulati da DiBenedetto dalla scorsa settimana sono sui tavoli di UniCredit, ma la banca vuole altro tempo per fornire le proprie valutazioni. Ieri è stato lo stesso istituto di credito a ipotizzare uno slittamento dei termini, fino al 31, eppure nessuna comunicazione è stata inviata agli americani né è stato ancora fissato il Cda di Roma 2000 che dovrebbe sancire la proroga. La prima mossa del futuro presidente è stata nominare Montali direttore operativo"È chiaro – commenta lui - che la promozione a ruolo di responsabile dà il segnale di un cambiamento forte e radicale all’interno della società. Ma anche una Roma che rimanga dentro canoni fondamentali come il fair play finanziario. Non serve un salto di qualità eccessivo perché la base è comunque ottima. Non dimentichiamo che la Roma in questi ultimi anni è stata dietro solo all’Inter". C’è intesa su tutto, a cominciare dalle cifre dell’accordo. Registriamo. Certo, questo mini ritardo nella tabella di marcia non è il benvenuto. Unicredit è consapevole della necessità di fare presto. Sia per dare tranquillità alla Roma, sia perché gli organici si fanno adesso. In Primavera. E per ora l’unica certezza si chiama Gian Paolo Montali, nominato direttore operativo per volontà congiunta della banca e di DiBenedetto. Ma chi gestirà la campagna acquisti? Sempre Pradè? Oppure un nuovo dirigente? Si dice che l’ex ds giallorosso Franco Baldini sia sempre alla finestra. A Londra sta benone, ma è un personaggio che ama le scommesse. Ma i tifosi giallorossi sembrano non essere troppo preoccupati. Il tam tam che arriva dalle decine di radio private romane che seguono la Roma è chiaro. "L'affare si farà", dice con sicurezza Mario Corsi, speaker radiofonico conosciuto dai tifosi come "Marione" che definisce il rinvio: "normale burocrazia. Del resto, non credo che i vertici della banca più importante d'Europa possano tirarsi indietro proprio a un passo dalla conclusione dell'operazione". Il vero problema? "Che è stata la Roma a cercare gli americani, e non gli americani a cercare la Roma". Quindi il dubbio è semmai più sulla sostanza: "da tifoso romanista vorrei sapere quanti soldi metteranno le persone che arriveranno". Sull’eventuale intromissione tedesca,Gianni Dragoni, sottolinea come questa sia stato solo un’azione di disturbo: “Vedo questa manifestazione tardiva un po' misteriosa. Se ho detto qualche volta che anche la cordata americana ha degli aspetti un po' misteriosi, anche se abbiamo nomi e foto, questa tedesca lo è ancor di più. La vedo più che altro come un'azione di disturbo, capita spesso in molte gare di vendita, soprattutto da parte di chi ha interessi economici a far si che la situazione rimanga inalterata. Un po' come fu per la fantomatica offerta araba con Soros, o la cordata di Chinaglia interessata alla Lazio. Sempre situazioni difficili da verificare.”