Ma può esse finita na stagione già de 4 dicembre? Sì, no, forse. Dipende che t’aspetti dalla stagione.
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“Stagione finita? No, ma se ne sta a annà”, Fiorentina-Roma vista da Kansas City 1927
Ma può esse finita na stagione già de 4 dicembre? Sì, no, forse. Dipende che t’aspetti dalla stagione.
Volevi vince lo scudetto? No. Cioè, sì, lo voi vince sempre lo scudetto, pure se c’hai paura de rendete ridicolo anche solo a pensallo, pensi sempre ar Verona, all’anni strani, ai miracoli. Ma non è questo il punto.
Volevi annà in Champions? No. Cioè, sì, magari mpensierino ce l’hai fatto, hai preso a esempio l’Udinese, che pare sempre lo sparring partner der campionato ma poi manna giù pe ko tecnico tre quarti de serie a. Vabbè, allora che è, te volevi sarvà? No. Ner senso, non solo, se rivoluzione vordì salvezza allora siamo tutti conservatori.
Che volevi? Che t’aspettavi dall’americani, dagli spagnoli, dalla campagna acquisti più bella dell’ultimi anni? Non lo sapevamo manco noi che aspettasse, questa è la verità. Non sapevamo dove se poteva arrivà, non sapevamo come, e non sapevamo manco il se. Perchè capace che non cambiava niente. Ecco, sto pericolo se può archivià. Le cose so cambiate. Meglio? Peggio? Tocca esse freddi, obiettivi, razionali, pe risponde a sta domanda. Ma come cazzo fai a esse freddo, obiettivo e razionale quando sei diventato il resuscitamorti della Serie A? Finiscono le partite e te senti dì le stesse parole che dicevi nanno fa, passa quarche ora e cominci a trovà le sfumature, i distinguo, o come diceva Spalletti le giuste proporzioni.
E già che te viene in mente Spalletti pensi che due anni fa non lo sopportavi più, te dava fastidio a vedè quello sguardo perso quando la squadra non je la faceva, e mo quando te lo nomina un mezzo articolo te lo leggi sperando chissà che. Poi cominci a pensà a Ancelotti come al messia, facendo finta de dimenticasse, tutti, che se voleva poteva venì stestate, ma non ha voluto. Va da sè che in tutte le storie d’amore che se rispettino, quando uno comincia a guardasse intorno, è perchè l’amore te sta a scivolà dalle mani, come fosse un pallone sulla linea de porta e tu fossi nattaccante che in cantera non t’avevano mai fatto levà lo sfizio de giocà in porta. Allora questo è? E’ finito l’amore? Se sì, s’eravamo mai tanto amati? Forse sì, a tratti, ce so stati giorni che amo pensato: oh è la vorta bona, mettemo la testa a posto, sposamose.
No, vabbè, annamo a convive, vedemo come va. Eh, Luigi Enrico, pare che non va. Volevi fa er salotto classico e lui t’ha riempito de roba de Ikea, la sera torni a casa cor desiderio de cacio e pepe e lui ha fatto la sojola, te voi guardà un film sotto e coperte e lui prenota ar vegeteriano, tu er sabato voi dormì e lui attacca l’aspirapolvere. Mo, non c’è niente de sbagliato ner salotto classico, nella sojola, ner vegetariano e nell’aspirapolvere. Per quanto sulla sojola se ne potrebbe parlà. Ma il punto è che forse dovevamo spiegasse meglio prima de pialla sta casa insieme, che mo sempre più vorte se trovamo la sera senza niente da disse, e se se dimo quarcosa è sempre a brutto muso.
E allora, la stagione è finita? Finita no, non del tutto almeno, che il campionato è lungo, le palle so rotonde e i cavalli si vedono all’arrivo, quando arrivano. Per cui mai schiavi del risultato sì, ma solo perché pe qualche sortilegio se stavamo mpo a innamorà. E però la stagione dell’amore, pe sto progetto come pe tutti i progetti, viene e va. Er problema è che mo, mpochetto, mber pochetto, se ne sta a annà. Tocca capì come falla tornà. In fretta.
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