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Popolo giallorosso, sostieni la tua Roma

(di Alessio Nardo) E’ un’estate strana. Sicuramente diversa dalle altre. Mentre la Roma di Luis Enrique suda e corre in quel di Riscone, in città l’atmosfera è caldissima.

Redazione

(di Alessio Nardo) E' un'estate strana. Sicuramente diversa dalle altre. Mentre la Roma di Luis Enrique suda e corre in quel di Riscone, in città l'atmosfera è caldissima.

Non parliamo di gradi ma di umori e sensazioni. Facendo un giro nel vasto etere radiofonico capitolino, si capta un tangibile nervosismo in seno al tifo giallorosso. Il nuovo corso americano fin qui non convince, non piace. Ci si aspettava una svolta, un ingresso in grande stile di Thomas DiBenedetto: acquisti supersonici, proclami trionfalistici e quant'altro. Non sta andando esattamente così. Il nuovo tecnico (ritenuto da molti una seconda scelta) continua a lavorare senza rinforzi e il lavoro sul mercato di Walter Sabatini si è fin qui rivelato più difficile del previsto.

E' un momento un po' così, chiamiamolo di stand-by. Ne abbiamo vissuti tanti negli ultimi anni, ma stavolta la gente pretendeva squilli di tromba e un rilancio in grande stile del progetto Roma. La pazienza, com'è noto, non è di questa città. Qualcosa, tuttavia, dovrebbe far riflettere il grande popolo romano e romanista. Dall'esterno stanno iniziando ad arrivare attacchi, frecciatine, piccole bombe a mano tese ad infastidire i primi passi del progetto a stelle e strisce. A muoversi è l'intero fronte mediatico dell'antiromanismo. Quello, per intenderci, che all'epoca di Franco Sensi aggrediva quotidianamente la Roma, colpevole di non affiliarsi agli arcinoti giochi del malaffare italiano.

Questa nuova idea di Roma, checché se ne dica, ai 'non romanisti' fa paura, soprattutto in prospettiva. Coloro con la Lupa tatuata nel cuore dovrebbero capirlo e farne tesoro. Il mondo dei media prezzolati (nazionali e non) si sta attivando per delegittimare l'operato di DiBenedetto e soci. In realtà, fin qui gli americani hanno prodotto molti fatti: 'Zio Tom' ci ha messo la faccia sia ad aprile, quando la trattativa con Unicredit era ancora in fase evolutiva, sia nella tanto contestata conferenza stampa di giovedì scorso a Trigoria. E non è certo semplice, per un signore che abita a Boston, farsi ore e ore di viaggio per dire alla sua gente "Tranquilli, io ci sono".

Passando alle prime scelte operative, non si può negare che il consorzio americano abbia agito per il meglio, ingaggiando tre tra i migliori dirigenti italiani: il ds Walter Sabatini, il dg Franco Baldini (ex uomo fidato di Franco Sensi...) e l'ad Claudio Fenucci. Chi sostiene siano state operazioni ideate e portate a termine dalla banca, si sbaglia. L'uomo per eccellenza di Unicredit, Giampaolo Montali, non a caso è fuori dal progetto. Poi, i giocatori. E' vero, non c'è ancora alcuna ufficialità sul piatto e questo può dar tormento. Ma siamo certi che nei prossimi giorni verranno ratificati e annunciati gli acquisti di Bojan, Lamela, José Angel, Nego, Kameni e Heinze. Un mix d'esperienza e gioventù d'indiscusso spessore.

Dunque, di cosa preoccuparsi? Del closing? Di piccoli dettagli tecnici e finanziari di cui un tifoso medio di un tempo non si sarebbe mai e poi mai occupato? Stiamo tranquilli. Anzi, muoviamoci a sostegno della nuova Roma. Finché a criticare e spedire velenose frecciate sono i nostri avversari (incarnati principalmente dalla comunicazione 'di parte'), poco importa. Ma non dobbiamo esser noi a smontare tutto col disfattismo cronico e ostinato. Esprimere critiche e perplessità è sacrosanto, ma smettiamola di dividerci in popoli e popolini, proSensi e proDiBenedetto. Siamo o non siamo tutti dalla stessa parte? Sta iniziando una stagione, un'era, un'epopea. La Roma è in mani solide, è rappresentata da grandi figure dirigenziali e avrà una squadra propositiva e di talento. Si faccia fronte comune, ci si ricompatti a sostegno dei colori. Da veri romanisti.