Miralem Pjanic quando parla non è mai banale: ecco la sua lunga intervista rilasciata a goal.com:
news as roma
Pjanic: “Sto molto bene alla Roma. La fiducia di Garcia è indispensabile per me”
Miralem Pjanic quando parla non è mai banale: ecco la sua lunga intervista rilasciata a goal.com:
Ti convince l'immagine che si ha di un Miralem Pjanic in piena ascesa e sul punto di assumere ancora più responsabilità all'interno della Roma?
"Da quando è arrivato Rudi Garcia mi son potuto mettere più in evidenza, il mio gioco è diverso da quello visto a Lione. Sono più maturo ed ho più esperienza, ma è vero che lo stile di gioco mi rappresenta bene, conta molto sul centrocampo, ci affida l'organizzazione del gioco e non vuole mai che si scavalchi la linea mediana: per questo ho più responsabilità".
Parlano di responsabilità, il fatto che Francesco Totti ti lasci tirare sempre di più le punizioni fa parte di un processo di coinvolgimento sempre più importante per te?
"Il mio rapporto con Totti è veramente buono, se se la sente di tirare è perché sa di poter fare una bella conclusione, altrimenti non crea problemi se qualcuno vuol tirarla al posto suo. L'allenatore prima di ogni match indica i giocatori incaricati per i calci di punizione, è vero che quest'anno tiro più spesso calci piazzati migliori e fino adesso mi è andata bene (il riferimento va alle perle contro Napoli e Sampdoria, ndr).
Il successo della Roma è anche il successo di Rudi Garcia: come ti ha aiutato a migliorare e quali sono le sue qualità principali?
"Il nostro gioco è basato sul possesso di palla e sul fatto di controllare la partita. Io sono il più offensivo dei tre centrocampisti e Rudi Garcia mi dà parecchia libertà. Con De Rossi e Strootman ci capiamo molto bene e siamo abbastanza liberi nei nostri movimenti di costruzione. Garcia mi domanda di muovermi molto in modo da destabilizzare le linee avversarie, l'equilibrio fin qui è stato rispettato anche perché abbiamo fatto gli sforzi difensivi che ci ha richiesto il mister. Abbiamo subìto poche occasioni pericolose perché i centrocampisti fanno molto lavoro difensivo ed è quello che il tecnico ci chiede. In avanti, ho la totale libertà".
La questione dell'equilibrio è anche una questione di morale, rispetto alle due stagioni precedenti...
"E' vero, quando l'allenatore ha firmato ha immediatamente capito dov'era arrivato. Ha subito parlato molto con i giocatori, per ridar loro fiducia, e questo è stato il suo primo compito. Successivamente, l'arrivo di giocatori di esperienza ci ha fatto bene perché ci hanno calmato molto e dato dei consigli. Questa squadra aveva veramente bisogno di cominciare bene la stagione, avevamo qualità tecniche anche lo scorso anno ma quest'anno, con questa buona partenza, abbiamo preso fiducia molto rapidamente".
Sul piano del morale Garcia è stato importante?
"L'immagine che lui dà sul campo di gioco è quella dell'allenatore. In Francia ho giocato contro le sue squadre e assomigliavano a questa Roma. Il suo staff è molto importante, si lavora bene tutti insieme ed è veramente molto piacevole maturare all'interno di questa squadra. Si può fare ancora meglio e abbiamo un grande margine di miglioramento".
Quello del carattere è l'aspetto sul quale sei migliorato maggiormente da quando sei arrivato a Roma?
"Ho fiducia nelle mie qualità, so che devo fare ancora meglio in certe partite ma sono consapevole di essere più continuo. Ho giocato molti match in Serie A e adesso mi approccio in maniera molto diversa a questo tipo di partite".
Avevi troppa pressione addosso a Lione?
"Non è un discorso di pressione, il fatto è che adesso mi preparo meglio durante la settimana. Sono arrivato ad un'età nella quale voglio prendere più responsabilità. Sono più serio, voglio aiutare la mia squadra e quando vedo i risultati sono stimolato a fare ancora meglio".
Quando ricordiamo il Lione, è impossibile non parlare di Juninho. Il tuo ultimo goal contro la Sampdoria somiglia molto ad una punizione alla Juninho Pernambucano.
"E' vero che il mio gol ricorda molto il suo stile, è stato grandioso poter lavorare con lui, vedere come si allenava e come colpiva la palla. Noi, spettatori e giocatori - io per primo - sapevamo che la partita Juninho poteva sbloccarla in qualsiasi momento con un calcio di punizione".
Rudi Garcia spiega nella sua autobiografia che ha preferito vendere Lamela piuttosto che te la scorsa estate. Ti voleva assolutamente nel suo centrocampo a 3. Sentire una simile fiducia è un elemento importante per un eventuale prolungamento del tuo contratto che scade nel 2015?
"Io e Garcia abbiamo parlato all'inizio della stagione, ci siam compresi al volo e abbiamo deciso di lavorare insieme. Sentire la sua fiducia è per me indispensabile, crede nelle mie qualità e tiene molto al fatto che io stia bene qui. Sto veramente molto bene alla Roma, abbiamo un allenatore ambizioso, un gruppo ambizioso ed il club vuole vincere dei trofei".
Vivere una simile stagione dopo due anni deludenti è uno stimolo per continuare alla Roma?
"Certamente. Vedremo. Le cose stanno andando bene, ma la stagione non è ancora finita, è ancora lunga e noi crediamo ancora in tutto ciò in cui è possibile credere. Faremo di tutto per concludere la stagione il più in alto possibile e non lasciare nulla per strada".
© RIPRODUZIONE RISERVATA