(repubblica.it - M. Pinci) - Cosa sarebbe successo se quel rigore non fosse finito in fondo alla rete del Lecce? Chissà se se lo è chiesto David Pizarro, quando ha quasi strappato la sfera dalle mani del compagno di squadra Borriello
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Pizarro di nuovo leader. Adriano, addio a ore?
(repubblica.it – M. Pinci) – Cosa sarebbe successo se quel rigore non fosse finito in fondo alla rete del Lecce? Chissà se se lo è chiesto David Pizarro, quando ha quasi strappato la sfera dalle mani del compagno di squadra Borriello
per realizzare il primo gol della sua stagione. Una sorta di risposta silenziosa a chi lo accusava di non tenere alla Roma mettendone in dubbio la professionalità. Un gol importante per la Roma, utile per riassaporare la scia della zona Champions (-2 dal quarto posto anche se con una gara in più delle concorrenti Lazio e Udinese). Ma soprattutto per il cileno, che cancella con un colpo di spugna i quasi tre mesi di inattività, le polemiche per il rientro e i dissapori, a distanza ravvicinata e non, con Ranieri.
ORGOGLIO CILENO - "Pizarro non mi guardava negli occhi", l'accusa lanciata dall'ex tecnico al giocatore cileno. A Lecce, invece, il regista ha fissato il portiere avversario Rosati fino all'ultimo istante, prima di spiazzarlo. La rabbia orgogliosa con cui Pizarro esulta parla per lui: "Io non mi tiro indietro". Un messaggio scandito non verbalmente, ma incarnato da quella corsa verso i tifosi romanisti arrivati fino in Salento, mostrando la lupa sul petto, per dire a tutti che i problemi con la Roma sono risolti. Per la verità, è bastato l'addio a Ranieri e la fiducia di Montella per tornare a sentirsi indispensabile, cancellare le tre settimane di cure a Santiago, i litigi con la dirigenza, la rabbia verso l'ambiente - tutti, dalla società ai supporters - che lo aveva scaricato dopo il "gran rifiuto" di Genova. E tornare a stringere i denti pur di esserci. Come sempre era accaduto nelle precedenti quattro annate a Trigoria, come a Bologna, come ieri. L'infortunio di una settimana fa all'Olimpico dimenticato in poche ore: e a Donetsk, martedì, sarà in campo per guidare la squadra alla riscossa. Anche perché l'unica vittoria in trasferta in questa Champions League, a Basilea, la Roma l'ha raccolta senza di lui. Una macchia nella stagione del centrocampista, da lavare con un'impresa. VERSO DONETSK - La voglia di stupire di Pizarro sarà la stessa di tutta la squadra. E di Montella, all'esordio da allenatore nella competizione regina. I sette punti nelle prime tre gare sono un biglietto da visita che spaventa anche lo Shakhtar. "Non sarà la stessa Roma", sono convinti gli ucraini. A cominciare dal trequartista William, tra i migliori della gara d'andata: "Ancora tutto è in ballo, come noi abbiamo fatto tre gol li può fare anche la Roma, che vorrà vincere a tutti i costi. Incontreremo molte difficoltà, la Roma ha grandi giocatori, all'andata non stava passando un buon momento e veniva già da due sconfitte. Ma quella di martedì sarà una partita diversa rispetto a quella di Roma". è quello che si augura anche Montella. Che, senza Menez e Cassetti squalificati, disegnerà una Roma simile in tutto e per tutto alla Roma della ripresa di ieri. Ma con Totti a guidare un attacco che dovrà ribaltare il 2-3 dell'Olimpico. ADRIANO, ADDIO A ORE? - Un attacco in qui, ovviamente, non figurerà il nome di Adriano: la novità della serata di ieri è che, mentre la Roma scendeva in campo al Via del Mare, a Roma Adriano e il suo agente si convincevano ad accelerare il discorso sulla risoluzione del contratto. Dopo la visita alla spalla, lo scetticismo percepito intorno a sé, anche Adriano si è convinto che lasciare Roma immediatamente possa essere la soluzione migliore. Montali e Calenda, che cura gli interessi del brasiliano in Italia, continuano a trattare, ci sarà da accordarsi sulla cifra con cui risolvere i prossimi due anni e 4 mesi di contratto (per un totale di quasi 14 milioni, premi compresi, che Adriano incasserebbe nei prossimi 28 mesi). Ma l'unità d'intenti porterà all'addio anticipato, forse già nel corso delle prossime 24-48 ore: il Brasile e il Flamengo, che lo attendevano a giugno, potrebbero spalancargli le braccia molto presto.
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