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Piace la Primavera nei grandi stadi. E se giocasse sempre prima dei match di serie A ?

(repubblica.it – F.Bocca) Interessante la finale di Coppa Italia Primavera vinta dalla Roma: sarà stato per il nome delle squadre – Roma e Juventus –

Redazione

(repubblica.it - F.Bocca) Interessante la finale di Coppa Italia Primavera vinta dalla Roma: sarà stato per il nome delle squadre – Roma e Juventus –

sarà perché i club molto intelligentemente hanno aperto gratuitamente i loro grandi stadi per far affluire il pubblico allo Juventus Stadium prima (vittoria della Roma per 2-1) e all’Olimpico poi (uno 0-0 invero poco entusuiasmante e festa finale dei giallorossi), sarà perché in qualche maniera si è creato l’evento, come si dice oggi. Ma insomma, bello, divertente, con due squadre fatte di nomi sconosciuti al grande pubblico ma che comunque hanno saputo sollevare l’interesse delle persone. Soprattutto con tanta, tantissima gente, giovani, famiglie con bambini. Si è colta intelligentemente l’occasione per avvicinare le persone al calcio giovanile.

Anche se dalla parte dei soliti tifosi ultras, che hanno portato sul campo usi e costumi della domenica, non è mancato il solito atto di inciviltà con i cori contro Pessotto, motivo per cui chiedo da tempo che i settori da dove provengono nefandezze simili vengano chiusi per un determinato periodo. Non si sono accorti che l’anomalia rispetto al resto dello stadio (più di ventimila persone addirittura) erano loro e oltre indignazione hanno suscitato sinceramente pena, come se fossero un disco rotto che ripete sempre la stessa cosa. Vediamo se la Roma – società nuova e con una mentalità aperta e fuori dell’ordinario – farà qualcosa che altri finora non hanno fatto. E ovviamente un buon segnale arriva anche dall’Inter Primavera che è arrivata nella finale della Champions League Next Generation. Il campionato Primavera dovrebbe essere l’ultimo gradino per il grande salto verso la serie A.

In realtà è un campionato che molti esperti hanno criticato per vari motivi: perché il grande salto non c’è mai; perché spesso il campionato diventa l’unico mezzo per impiegare giocatori giovani ma ormai adulti e anche sotto contratto; perché l’uso eccessivo dei fuori quota (normalmente quest’anno i giocatori impiegabili devono essere nati entro il 1° gennaio ’92, ma c’è la possibilità di un fuori quota senza limiti di età e fino a quattro fuori quota nati entro il 1° gennaio ‘91) spesso snaturalizza le squadre, con dei 22enni che ancora non sono arrivati da nessuna parte.

Si è detto spesso che per fare crescere veramente i giovani, oltre al campionato Primavera o anche in sostituzione di esso, sarebbero molto meglio delle squadre giovanili dei vari club da impiegare in serie B o C e dunque in campionati veri. Alberto De Rossi, allenatore della Roma e uno dei migliori tecnici italiani di calcio giovanile, ha detto testualmente: “La differenza tra il campionato Primavera e quello di serie A è enorme”. Ma questo fa parte di un discorso lungo e complesso che abbiamo fatto tante volte sulla crescita dei giovani calciatori, troppo snobbati dalle squadre di serie A. Sia pure con notevoli eccezioni: vedi appunto la Roma di Lamela, Borini etc. Personalmente trarrei molti insegnamenti dal successo della doppia finale di Coppa Italia. Cercherei cioè di continuare a tenere in contatto il grande pubblico col calcio giovanile. In molte occasioni, ad esempio, la partita di campionato o Coppa Primavera potrebbe essere il sottoclou (nel linguaggio della boxe) o la partita d’appoggio (nel linguaggio della musica rock, dove il grande gruppo viene preceduto da altri) alla partita principale di serie A. Se solo avessimo degli stadi e dei campi adeguati – in grado cioè di resistere a 180’ di calcio consecutivo – sarebbe la maniera migliore per rendere ancora più piena e festosa la giornata del tifoso allo stadio. Avvicinandolo al calcio giovanile, offrendogli uno spettacolo supplementare di qualità, con squadre che lo coinvolgono emotivamente e distraendolo da altre attività che poco hanno a che fare con lo sport. Basterebbe un po’ di voglia di fare e un po’ di iniziativa.