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“Perdonami papà”: la lettera del figlio di Monchi dopo l’addio al Siviglia

Alejandro Rodriguez ha scritto un lungo messaggio al padre: "Non ho saputo come reagire quando mi hai confessato che eri esausto. Non ne ho capito il motivo, ma saremo con te in questo cammino che sta per iniziare"

Melania Giovannetti

"Perdonami papà". Inizia così la commovente lettera che Alejandro Rodriguez ha scritto al padre Ramon, noto come Monchi, prossimo direttore sportivo della Roma. Nel lungo messaggio che il figlio ha consegnato alle pagine del magazine del Siviglia dopo il saluto del padre, esce fuori tutto l'amore, la passione e la lealtà che la famiglia Monchi nutre per il club andaluso, ma soprattutto il dispiacere per la partenza del proprio padre dalla squadra tanto amata.

"Perdonami papà. So che ti domanderai perché - scrive Alejandro -. Soprattutto per qualcosa di così semplice, e a volte irrazionale, ma sento di dovertelo dire. Ho questa vena ‘sevillista’ che ho ereditato da te. Questo amore per questi colori che tu mi hai insegnato sin da quando ero piccolo. Questa lealtà a uno stemma che ho appreso da te e che oggi si è convertita nella mia filosofia di vita. Per questo motivo non ho saputo come reagire quando, per la prima volta, mi hai confessato che eri esausto. La stanchezza ha vinto su di te e posso dirti che non ne ho capito il motivo". Già, difficile comprendere come sia possibile decidere di abbandonare casa dopo quasi 30 anni nello stesso club. "Ma prima di essere il direttore sportivo della squadra che amo, sei mio padre - assicura Alejandro a Monchi -. Ho ripassato mentalmente mille volte ogni parola che ci siamo detti quella sera a casa e ho ottenuto la risposta: devo essere un pilastro solido su cui puoi appoggiarti quando ti abbandonano le forze. Insieme a mia sorella e a mamma. Tutti noi siamo stati, siamo e staremo con te in questo cammino che sta per iniziare, e che so che sarà molto duro lontano dalla bandiera che sventola nel tuo cuore. Siamo qui affinché tu possa trovare di nuovo la spinta e la forza sufficiente per andare avanti".

I bei ricordi legati alle vittorie del Siviglia restano indelebili: "Non mi si toglie dagli occhi l’immagine di te che venivi a cercarmi tra gli spalti dopo ogni vittoria per festeggiare con me, con tuo figlio. Credo non esistano parole sufficienti per descrivere l’orgoglio e la felicità che mi hai fatto provare. Ma so che ora non dovrò aspettare di darti un abbraccio dopo ogni gol del Siviglia. Sarai lì con me. Come tu stesso hai detto, sui tuoi spalti, con i tuoi. E potrò cantare il coro “Estamos locos de la cabeza” (“Siamo fuori di testa”, noto coro del San Lorenzo ripreso da diverse tifoserie, ndR) sapendo di avere al mio fianco il più pazzo di tutti".

La lettera del figlio Alejandro si conclude ricordando al padre che, nonostante la decisione di lasciare Siviglia, chi lo ama sarà sempre al suo fianco: "Fino ad allora, so che ci sono e che ci saranno momenti complicati. Come nel caso della nonna, che ha più di 80 anni e non riesce a capire il motivo della tua partenza. Però ricorda sempre che noi, quelli che amiamo Monchi come persona senza dimenticare il Monchi ds, camminiamo insieme a te. Le mie spalle, e quelle di tutti noi, aspettano di sentire la tua mano perché, insieme, possiamo prendere lo slancio sufficiente per guardare avanti finché non arriverà il giorno in cui potremo pronunciare il nome del Siviglia senza lacrime negli occhi e questo dolore nel cuore".

Poche ore dopo, è subito arrivata la risposta dello stesso Monchi: "Cosa posso dirti che già non sai? Questo veleno tuo e mio non ha cura, e questa è la cosa migliore che ci potesse capitare. Grazie Ale". Nonostante tutto, la famiglia resta più unita che mai.