La Champions League per la Roma, dal punto di vista economico, era iniziata con il sorriso. Con l'uscita del Napoli dalla competizione il tesoretto per le restanti due italiane (Juventus e Roma) in Europa è aumentato. Il club giallorosso ha ricevuto il 45 per cento, invece dell'iniziale 35 per cento, dei 40 milioni a disposizione, mentre i bianconeri il rimanente 55 per cento, perchè primi nella classifica della stagione precedente. Così, mentre il Napoli scivolava in Europa League, la Roma accoglieva nelle proprie casse 18 milioni di euro. Poi la squadra di Garcia ha continuato a sorridere sul campo con la larga vittoria sul CSKA ed il pareggio a Manchester: in 180 minuti, un altro milione e mezzo che aggiunto al contributo fisso concesso dall'Uefa ad ogni squadra che partecipa alla fase a gironi della competizione (8,6 milioni) più il market pool fa un totale di 28,1 milioni. Nonostante il Bayern. E finora. Perchè mancano ancora le due sfide di ritorno contro i russi e la formazione inglese, decisive per il passaggio agli ottavi; l'exploit, come l'ha definito Rudi Garcia. Il che porterebbe altri 3,5 milioni di euro, come a tutte le squadre protagoniste degli ottavi di finale di Champions League. Entro fine anno dunque la Roma, classificandosi alla prossima fase della competizione, supererà i 30 milioni di euro di ricavi Champions. Un bottino sostanzioso, al di là delle aspettative per un club uscito dalla quarta urna di Monaco. Questo tesoro, non più solo un tesoretto, sarà utile per meglio definire le strategie tecniche della Roma: il mercato insomma. Gennaio è distante poco meno di un mese e mezzo e la seconda parte del campionato sarà decisiva per le aspirazioni scudetto della Roma. La difesa resta il primo settore su cui ricadono le attenzioni di Walter Sabatini. Sempre più insistenti le sirene americane per Ashley Cole (stasera ospite insieme a Yanga-Mbiwa ad una cena organizzata dal Roma Club Laurentino, Lucio Sestio, Amantea, Giulianello, Maremmalta e Donna Olimpia presso l'Hotel Parco Mancini "I Giardini di Marzo") che lo chiamano verso l'MLS, e la corsia sinistra di difesa è quella da puntellare maggiormente. C'è comunque Holebas, ma in caso di addio di Cole a gennaio non basterà un solo terzino mancino. Tra l'altro la Roma, proprio quando il campionato diventerà più caldo, inizierà ad essere impegnata anche in Coppa Italia; altra competizione questa decisamente alla portata e da non sottovalutare, durante la quale Garcia e i suoi non vorranno accontentarsi di fare soltanto le comparse. Torna d'attualità per la difesa il nome di Balanta del River Plate, ma anche quello di Vlad Chiriches. Per Balanta il club argentino chiede 10 milioni; i contatti tra le società sembrano essere avviati già da qualche settimana e si spera di poter chiudere l'operazione in tempi brevi. Questo perchè la Roma vuole assicurarsi un numero soddisfacente di difensori centrali, tenendo conto delle condizioni di Castan (e della sua forma una volta recuperato) e dei possibili infortuni, ultimo quello di Yanga-Mbiwa, out per circa tre settimane a causa di una lesione alla coscia destra.
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Per il mercato Sabatini aspetta la qualificazione agli ottavi di Champions. Progetto stadio a rischio, Marino: “Ho rassicurato Pallotta”
Intanto la ripresa del campionato si avvicina e la Roma perde Yanga-Mbiwa per circa tre settimane
LO STADIO - La politica è inevitabilmente parte della vita. Ma le attuali problematiche del Campidoglio interessano da vicino anche la Roma. Il sindaco Ignazio Marino sta attraversando il momento più buio della sua gestione capitolina. Tra multe insolute, pagate oggi, e proteste da parte delle periferie (su tutte spicca la recente vicenda che vede protagonista il quartiere Tor Sapienza) ed altre entità romane, Marino ultimamente convive con molte richieste di dimissioni. Più volte ha ripetuto "non mollo, vado avanti", ma in apprensione per questa situazione è anche il presidente della Roma, James Pallotta che conosce Marino (l'ha invitato anche a New York in estate) perchè è legato a lui nel progetto del nuovo impianto della società giallorossa che sorgerà a Tor di Valle. "Tra quelli che mi hanno scritto dopo aver letto le voci di presunte dimissioni, oltre a tanti cittadini, c'è stato anche il presidente Pallotta - ha dichiarato il sindaco di Roma - preoccupato che un eventuale cambio di guida del Campidoglio possa far naufragare il progetto. L'ho rassicurato, come ho rassicurato tutti i cittadini: per quanto mi riguarda non ci sono dimissioni né elezioni in vista".
Fu la giunta di Marino ad approvare la pubblica utilità del progetto del nuovo stadio della Roma e ad iniziare l'iter burocratico che porterà prima alla posa della prima pietra (entro i primi sei mesi dell'anno prossimo, assicurò il primo cittadino), ed alla completa realizzazione dell'opera (agosto/settembre 2017), comprese tutte le infrastrutture che sorgeranno intorno ad essa. Compresi, nell'imponente progetto, anche i totali seimila posti di lavoro: tremila in fase di realizzazione ed altrettanti a lavori ultimati. Dal Campidoglio, almeno per ora, arrivano messaggi rassicuranti; circa una settimana fa Pallotta aveva comunque presenziato alla cena di autofinaziamento del PD. "Ci siamo occupati dello stadio della Roma - ha concluso Ignazio Marino - per rassicurare la proprietà sulla nostra intenzione di procedere su un investimento privato di circa 1,5 miliardi di euro".
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