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Parola d’ordine: resilienza. DiFra pronto a raddrizzare la nave-Roma

LaPresse

Ancora una volta il tecnico farà forza su una delle qualità per lui più importanti: al Sassuolo furono costretti a richiamarlo dopo l’esonero, nella capitale è sempre arrivata una reazione

Marco Prestisimone

Nell’antica Roma con “resalio” intendevano la perseveranza di chi risaliva su una barca rovesciata dall’impeto del mare. Quella di Di Francesco rovesciata non lo è ancora, ma una volta in più il tecnico dovrà fare il pieno di resilienza per raddrizzare una situazione che nella piazza romana ha già cominciato a creare qualche malumore.

Per sua fortuna (o sfortuna, a seconda dei punti di vista) non è la prima volta. Anzi, dovrà semplicemente partire facendo copia e incolla di circa 365 giorni fa.

BENVENUTO A ROMA – Tre partite giocate, come quest’anno. L’anno scorso arrivò la vittoria striminzita con l’Atalanta, la sconfitta nella prima in casa contro la nuova Inter di Spalletti e il pareggio col patema d’animo contro l’Atletico Madrid. Fu subito alta marea, alla quale Di Francesco rispose citando per la prima volta nella sua esperienza romana la parola d’ordine: “Dopo 270’ di partite ufficiali stiamo creando dei polveroni insensati – le sue parole in conferenza stampa pre-Verona -. Ognuno è libero di dire quello che vuole ma io sono resiliente e sono abituato a tutto questo”. Stavolta all’Olimpico arriverà l’altra faccia veneta (il Chievo) e a Di Francesco basterà “soltanto” ripetersi: da quella partita arrivarono 11 vittorie, un pareggio (il 3-3 di Stamford Bridge col Chelsea) e l’unico neo della sconfitta col Napoli in casa. Due mesi e mezzo aumentando i nodi della propria squadra, che ora come non mai il tecnico ex Sassuolo spera di riabbracciare.

DIPENDZEKO – A gennaio, poi, la tempesta della cessione di Dzeko al Chelsea: il comandante DiFra ne uscì fuori facendo giocare il suo ammiraglio numero 9 anche quando sembrava pronto ad attraversare la Manica per raggiungere Conte e aggrappandosi ancora una volta alla propria resilienza. Un mese senza vincere dopo il quale il tecnico si fece guidare anche dalla nuova stella polare Under: gol-vittoria al Verona e all’Udinese, gol dal peso doppio in Ucraina con lo Shakhtar oltre alla goleada al Benevento. Ancora una volta la barcollante Roma si raddrizzò guidata dalla resilienza di chi, quella barca, non aveva nessuna intenzione di abbandonarla. Per informazioni, chiedere al porto di Barcellona.

SASÒL – Non è nuovo alle bufere, però, Di Francesco: dopo la cavalcata in Serie B con il Sassuolo, a cavallo tra il 2013 e il 2014 si scontrò con le difficoltà del primo anno nella massima serie. Prima vittoria addirittura dopo otto giornate, alla quarta delle quali arrivarono i famosi sette schiaffi dall’Inter. 17 punti in 21 giornate gli costarono il timone (e la panchina). L’interregno di Malesani durò appena cinque partite (e cinque sconfitte): Squinzi decise di richiamare il suo resiliente condottiero, che portò in salvo alla penultima giornata una nave che sembrava spacciata.

Dopo due anni di navigazione, poi, l’approdo storico per la prima volta in Europa League che consacrò Di Francesco tra i più promettenti allenatori del continente.

Ne sa qualcosa Monchi, che per sua ammissione lo seguiva dalla capitaneria di Siviglia già ai tempi in neroverde.

Dopo due settimane di sosta (e burrasca) l’occasione per risalire sulla nave-Roma e riportarla dove merita. La parola d’ordine tanto è sempre la stessa.