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Pagelle, soprannomi e battute irriverenti: ecco il fenomeno-web di “Kansas City 1927”

(di Valerio Valeri) È ormai un irresistibile fenomeno mediatico, sulla bocca di tutti i tifosi romanisti e non solo. È “Kansas City 1927”, la pagina di Facebook creata da un anonimo tifoso giallorosso (o sono due? O tre? Chi lo sa), che ogni...

Redazione

(di Valerio Valeri) È ormai un irresistibile fenomeno mediatico, sulla bocca di tutti i tifosi romanisti e non solo. È “Kansas City 1927”, la pagina di Facebook creata da un anonimo tifoso giallorosso (o sono due? O tre? Chi lo sa), che ogni partita di campionato commenta il pre e il post gara, affibbia i voti e soprannomi ai giocatori, analizza le performance delle altre squadre.

Ma lo fa con uno stile tutto suo, in romanaccio moderno, senza risparmiare qualche parolaccia, ma infarcendo il tutto con mirabili e spassosi giochi di parole.

“Kansas City 1927”, un nome che si rifa senza ombra di dubbio alle origini statunitensi della nuova proprietà, è ormai un evento virale, perché si sta diffondendo a macchia d'olio e ha carpito l'attenzione di tantissimi tifosi e addetti ai lavori. E’ semplice capire perché la pagina sul Social Network più famoso del mondo abbia oltre 2mila fans, con una media di 40 commenti a post e centinaia di apprezzamenti. La satira sportiva di “Kansas” - che tradisce un background culturale di rilievo - , non risparmia niente e nessuno.

Pablo Osvaldo, a secco di gol e criticato da una parte dell'opinione pubblica per le poche occasioni create con Cagliari e Inter, viene soprannominato “Er Cipolla”, per la sua acconciatura. Nella cronaca dell'esordio casalingo finito con la sconfitta per mano del Cagliari, questo è quel che viene riportato sull'attaccante italo-argentino: “Er Cipolla nse move. Il primo sms che ariva dice che Osvardo è mobile come Adriano, ove mobile non è inteso come aggettivo ma come libreria Expredit di Ikea”. Tagliente e senza peli sulla lingua.

Chissà cosa avrà pensato il diretto interessato, leggendo una frase del genere, visto che tanti giocatori fanno largo uso di Facebook. Ma in fondo è satira genuina, è un modo per sdrammatizzare momenti difficili, per uscire dai soliti schemi dell'opinionismo ciarlatano di tanti soloni della tv (e non solo) che mai sarebbero in grado di prendersi meno sul serio. “Kansas City 1927”, invece, è spassoso e irriverente, senza dimenticare il sano sfottò, come quando cita Zarate e non dimentica il suo recente passato: “Maurito L'Oreal  guizza e scatta con ritrovata verve (…) sfoggiando tutto il suo repertorio di repentini cambi di direzione e invidiabili parabole arcuate, che puntualmente non servono a un c...”. Parole sante, come anche quelle che seguono: “E ogni volta che le laziali vedove di Maurito stanno per esultare col ditino pronto sul cellulare o sul profilo de Facebook, si ritrovano come lui: mano nei capelli e sul volto (...)”.

Parole di stima per il giovane talento Fabio Borini: “Che poi lì davanti qualcosa se move pure, ma è quasi esclusivamente Borini, che vòi pe l'aerodinamica da Formula Uno garantita dalla nasca, vòi pe l'innata tigna, vòi che quando c'hai 19 anni, a meno che non giochi a golf o non te chiami Menez, nello sport se nota (…), pare pericoloso anche quando nun fa un c....”.

Insomma, la nuova Roma di Zio Tom e Luis Enrique, di un Bojan che per lui/loro “è l'unico giocatore daa serie A che nun tocca mai a palla” o di un Osvaldo cipollato e un po' fermo, ha portato non solo un nuovo sistema di gioco e una nuova mentalità, ma anche un nuovo fenomeno mediatico. Genuino, senza pretese, seguitissimo. Siamo sicuri che “Kansas City 1927” farà sempre più fatica a tenere nascosta l'identità del suo creatore. Ammesso e non concesso che sia una sola persona.

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