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‘Offside Racism’, Smalling: “Rappresentare la Roma è un enorme onore”

‘Offside Racism’, Smalling: “Rappresentare la Roma è un enorme onore” - immagine 1
Jean Paul Touadi, difensore centrale della Roma Under 1: "Sicuramente cambierei le regole per chi fa cori razzisti o discrimina un gruppo di persone

Redazione

"Rappresentare la Roma è un onore enorme, è un club di fama mondiale con tifosi passionali. Purtroppo il razzismo c’è anche al di fuori dello sport e campagne come queste aiutano e alzano l’attenzione. - ha detto Chris Smalling nella puntata del programma su Rai Gulp "Offside Racism", che tratta il calcio giovanile e i suoi valori, tra cui il rifiuto del razzismo e che Il protagonista del racconto odierno è Jean Paul Touadi, difensore centrale della Roma Under 18. - Le persone dello sport devono dare l’esempio per insegnare ai ragazzi come trattare le persone mi auguro che avrà un grande impatto".

Ecco l'intervista a Touadi.

Cosa significa per te giocare a calcio? "Giocare a calcio mi da una sensazione di libertà e spensieratezza, quando giochi dimentichi tutto e ti concentri sul campo".

Quando è nata la tua passione per il calcio? "La mia passione per il calcio è delle elementari durante la ricreazione, da lì mi sono iscritto a una scuola calcio, dove ho giocato per un anno. Alla fine mi hanno chiamato per un provino alla Roma, sono stato preso e sono qui da 10 anni".

Qual è il tuo primo ricordo col pallone? "Il mio primo ricordo con la palla è con le mie sorelle al mare. Per me è un ricordo molto felice".

In che ruolo giochi? "Sono difensore centrale, capita spesso che il nostro lavoro venga sottovalutato da fuori, facciamo un lavoro sporco, le copertine vanno a chi fa gol, il nostro lavoro però è fondamentale per la squadra".

Quali sono le tue caratteristiche principali? "La mia caratteristica principale è la forza mentale, per noi difensori è fondamentale. Dobbiamo essere bravi a lavorarci in settimana e poi trasportarlo in partita per 90 minuti".

Cosa significa far parte di un gruppo? "Per me il gruppo è fondamentale anche per vincere in campo, non esiste una squadra vincente che non è unita. Ci si deve aiutare l’un l’altro andando nella stessa direzione sempre".

Sui compagni di squadra. "I miei compagni oltre che amici sono anche delle persone a cui posso confidare le mie preoccupazioni, sono punti di riferimento sia in campo sia fuori. Ethan (Bouah, ndr) è sicuramente uno dei ragazzi che mi ha aiutato di più, noi due condividiamo le nostre origini, lui è della Costa D’avorio io del Congo. Ci siamo sempre aiutati, ha sempre una buona parola nei momenti difficili, ho un rapporto stretto con lui".

Sull'allenatore. "Tanrivermis è esigente, ci conosciamo da 3 anni, si fida di me, sono vice-capitano, è una grande responsabilità, ma è anche un orgoglio. Mi ha dato fiducia e mi ha fatto migliorare, gliene sarò sempre grato".

Cosa significa per te indossare la fascia da capitano? "Per me indossare la fascia è significativo per quelli fuori, dentro la squadra ognuno si deve sentire capitano e dare l’esempio giusto ai compagni, andiamo tutti nella stessa direzione, l’obiettivo comune si raggiunge solo se siamo uniti".

Sulla famiglia. "In casa con me vivono mia sorella, che è più grande e fa l'università, mio fratello piccolo di 11 anni, e mio padre che viene dal Congo, ma che è in Italia da 30 anni. Ho anche un’altra sorella, che studia in Francia a Parigi. Mia nonna è ancora in Congo, vive lì. L’ultima volta che l’ho vista avevo 9 anni, è venuta qui per la mia comunione, non ci sentiamo spesso, ma mio padre mi dà sempre sue notizie".

Sulla vita extra-campo. "Quest’anno essendo nell’Under 18 ci alleniamo la mattina. Ora frequento la scuola interna a Trigoria. Il mio progetto è continuare gli studi ed andare all’università. Ci vuole organizzazione, pazienza e umiltà. È un impegno che ho preso e voglio portarlo avanti".

Chi sono i tuoi migliori amici? "I miei migliori amici in squadra sono Ethan Bouah, Fabrizio Marazzotti e Matteo Chichella, ci gioco da 9 anni. Si è creato un legame anche fuori dal campo".

Quali sono i valori del calcio per te? "I valori di questo sport sono il rispetto per l'avversario, per la squadra, e saper vivere in un gruppo. Sicuramente poi c'è anche l’inclusività. A questo sport può giocare chiunque, al di là della provenienza".

Sul razzismo nel calcio. "Secondo me il legame che unisce il razzismo e il calcio è l’ignoranza. C’è molta invida tra queste persone, che vedono i giovani calciatori come persone ricche e popolari. Se la prendono perché loro non ci sono riusciti".

Cosa faresti per limitare il razzismo negli stadi? "Sicuramente cambierei le regole per chi fa cori razzisti o discrimina un gruppo di persone. Ci vogliono regole più drastiche, perché queste persone non devono più entrare negli stadi".

Qual è il tuo sogno? "Il mio sogno è di giocare in Serie A con la maglia della Roma, con la fascia della capitano, tifo i giallorossi fin da piccolo, poterla rappresentare ad alti livelli sarebbe un sogno per me".

Quali sono i tuoi idoli? "Il mio idolo è sicuramente Totti che per tutti i tifosi è un simbolo. Anche Smalling, che gioca nel mio stesso ruolo, lo vedo simile a me, è un ragazzo serio, concentrato e umile. Spero di diventare come lui, sia in campo sia fuori".