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Mourinho: “Mi sento migliorato. I Friedkin vogliono fare qualcosa di importante”

Getty Images

"Spero che la squadra diventi il riflesso di ciò che sono"

Redazione

Evoluzione, non rivoluzione: il canale YouTube della Serie A ha riproposto la prima intervista di José Mourinho da allenatore della Roma"Non è un progetto dei Friedkin, né di Mourinho o di Tiago Pinto. Questo è il progetto Roma. Conosco i tifosi, conosco la loro passione e se pensate che il progetto sia 'arrivo domani e vinco dopodomani' non è la strada giusta. Questo è un progetto in cui i proprietari vogliono lasciare un'eredità, vogliono fare qualcosa di molto importante per il club in modo molto sostenibile. Vogliamo che la Roma abbia successo nel futuro".

La Roma che ha affrontato Mourinho nella sua prima esperienza in Italia non è la stessa di ora. Se però i giallorossi sono cambiati, anche lo ora Special One è un tecnico diverso: "Sto molto meglio ora, dico sul serio. Mi sento migliorato ora perché questo è un lavoro dove l'esperienza conta tanto. Tutto diventa un dejavù perché sono passato attraverso così tante esperienze da quando ha lasciato l'Italia. Naturalmente una cosa è venire in un paese per la prima volta, dove parti da un livello zero e hai tante cose da imparare. Questo non è il mio caso. Conosco l'Italia, conosco la cultura del calcio, conosco qualcosa della Roma, che era la mia vera rivale, era vicina noi per lottare per i titoli nazionali. Ora sono pronto per questo".

La tifoseria della Roma è una delle più esigenti al mondo. Sfruttare l'entusiasmo dei tifosi e costruire la loro fiducia sarà fondamentale: "È davvero incredibile che negli ultimi due decenni non ci siano stati molti momenti per gioire ed esultare per i tifosi. Ma quella passione non è mai svanita. Spero che la squadra diventi il riflesso di ciò che sono. 

Abraham, Rui Patricio e Shomurodov: sono alcuni dei giocatori arrivati in questa finestra di mercato e che Mourinho ha voluto fortemente: "Ho sempre detto che si può conoscere un giocatore solo se si lavora con lui. Ma in realtà solo quando sei con loro in campo, quando guardi le difficoltà, quando vivi le cose positive significa che inizi a conoscerli davvero. Tutti devono sentire che voglio dare tutto quello che alla squadra. Tutti devono essere felici quando vinciamo, tutti devono essere tristi quando perdiamo, ma tutti devono essere uniti come una squadra".