Roma conta i danni. All'indomani dell'assedio al centro storico da parte di tifosi olandesi del Feyenoord, la Città Eterna, ferita, si guarda allo specchio. E scopre ben 110 scalfiture alla Fontana della Barcaccia, ferite permanenti e indelebili, scopre l'ira dei commercianti che hanno dovuto chiudere bottega e denunciano mancati introiti per 3 milioni, ma anche gesti di generosità. Con aziende, banche, istituzioni che si fanno avanti per contribuire economicamente a riparare i danni. Quanto all'Olanda non pagherà: «Il sindaco Ignazio Marino ha detto 'chi rompe pagà, e noi siamo d'accordo - dice l'ambasciatore olandese - devono pagare i colpevoli, non il governo». Ed è botta e risposta con il Campidoglio: «Ho parlato a lungo con l'ambasciatore - riferisce il sindaco Ignazio Marino - gli ho chiesto 'intendete intervenire con il pagamento dei danni?'. Lui ha risposto che non ritiene che il Governo olandese possa pagare il nuovo restauro della Barcaccia. A fronte di questo chiaro e legittimo rifiuto molte aziende italiane, istituzioni e banche da ieri sera mi hanno telefonato dicendo che sono disponibilissime a pagare i costi per il restauro». In prima fila c'è la multiutility Acea che, per voce della sua presidente Catia Tomasetti, si fa avanti per sostenere nuovi lavori a «una delle fontane più belle» della città.
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Milioni di danni, la Barcaccia ferita per sempre
Gara tra mecenati per riparare la fontana. L'Olanda non paga i danni: «tocca a tifosi»
«L'Olanda farà di tutto per aiutare l'Italia a individuare i colpevoli in modo che possano risarcire i danni», dice l'ambasciatore. Mentre il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, in una lettera al primo cittadino di Roma punta il dito contro «il comportamento riprovevole di una parte dei tifosi del Feyenoord. Naturalmente siamo disposti a offrire la nostra collaborazione per rintracciare individui che abbiano commesso illeciti». Attorno alla fontana della Barcaccia i restauratori lavorano tutto il giorno, permettendo di togliere le transenne già nel pomeriggio quando l'acqua torna a scorrere nel capolavoro di Bernini ieri ridotto a pattumiera.
Il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce spiega che i colpi «hanno danneggiato in maniera indelebile la superficie della fontana. Diventeranno invisibili con il tempo». Per l'assessore alla Cultura e al Turismo di Roma Giovanna Marinelli si tratta di «un danno permanente e non recuperabile» al monumento, da pochissimo restaurato, «che lascia una ferita indelebile». Marino per ora non quantifica i danni, pur parlando di un «costo certamente molto alto» per la Città Eterna: «il danno di immagine, quello al monumento del Bernini e quello economico a chi svolge attività commerciali in quella zona che a un certo punto è diventata un'area di guerriglia urbana». La stima del danno per i negozianti fornita dalla Confcommercio parla da sola: «A partire dalla sera del 18 febbraio e per tutta la giornata di ieri, a causa delle chiusure forzate, i negozi del centro hanno avuto una riduzione degli incassi ed un danno commerciale di circa 3 milioni di euro», sostiene il presidente dell'associazione capitolina Rosario Cerra
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