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DiBenedetto e la valorizzazione del marchio. Ma che fine ha fatto la legge contro i “pirati”?

(repubblica.it – F.Bianchi) Sei articoli: è la proposta di legge presentata nel lontano 2008 (esattamente il 5 agosto) dall’onorevole (Pd) Giovanni Lolli, allora sottosegretario, e chissà mai dove finita.

Redazione

(repubblica.it - F.Bianchi) Sei articoli: è la proposta di legge presentata nel lontano 2008 (esattamente il 5 agosto) dall'onorevole (Pd) Giovanni Lolli, allora sottosegretario, e chissà mai dove finita.

Sei articoli snelli, studiati insieme ai legali dell'allora Ministero dello sport, fra cui l'avvocato Enzo Morelli: è la proposta di legge "per la tutela dei segni distintivi delle società sportive, enti e federazioni, e per la disciplina della loro utilizzazione commerciale e delle sponsorizzazioni sportive". La legge, in pratica, contro i "pirati". Contro chi vende materiale sportivo, dalle magliette alle tute ai gadgets, taroccato. Magari anche davanti agli stadi. Con complicità, in alcuni casi, che arrivano a tutti i livelli.

 

"La contraffazione dei marchi sportivi-spiegava Lolli nell'introduzione alla sua proposta-genera gravissime perdite in termine di fatturato...". La legge prevede quindi una forte tutela dei marchi e anche le sanzioni: da 10.000 a 200.000 euro di ammenda. Ma questo progetto è finito in chissà quale cassetto e non è mai stato portato avanti dalle varie commissioni parlamentari.

I club ogni tanto si lamentano: non guadagnano nulla con il merchandising, almeno rispetto alle società inglesi o tedesche, organizzate sicuramente meglio ma anche protette dalla legge.

Lo stesso Tom Di Benedetto, che ha appena acquistato la Roma, ha intenzione di valorizzare meglio il marchio giallorosso, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Ma senza legge come si fa? Ci sono aziende importanti che producono magliette da vendere a caro prezzo negli stores ufficiali dei club calcistici e altre magliette, magari di qualità minore, che finiscono nel circuito illegale e vengono vendute a cifre molto più basse. Un mercato parallelo, che crea un grosso danno agli stessi club. Ma nessuno fa niente. Tranne lamentarsi ogni tanto. Come mai?