(Gazzetta dello Sport - N.Cecere)- Ci vorrebbe un patto col diavolo tipo quello stipulato dal leggendario dottor Faust con Mefistofele. Nel nostro caso, la durata non sarebbe di ventiquattro anni, ci basterebbe una decina di mesi, così da arrivare alle programmate vacanze in Brasile, e la contropartita, per il demonio, non sarebbe l’anima dello studioso ma la riconoscenza di milioni di italici appassionati di calcio.Aridatece Francesco, <<questo Totti è da Nazionale>>. L’invocazione non ha bandiere nè parrocchie, se mai arriva anche dagli oratori. Dovunque ci sia un pallone da calciare la mente corre ai calci di Totti: in movimento, da fermo, su punizione, su passaggio, di collo, di interno, a girare, con potenza... Quante dimostrazioni di alta classe ci ha regalato... Bè, direte, lo scoprite adesso che è un talento assoluto? No, la questione è un’altra.
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Ma con un Totti così immenso Prandelli farà uno strappo?
(Gazzetta dello Sport – N.Cecere) – Ci vorrebbe un patto col diavolo tipo quello stipulato dal leggendario dottor Faust con Mefistofele.
Qui si dibatte (e in altra pagina troverete pareri illustri) sulla possibilità che Prandelli porti Totti al Mondiale a dispetto dell’età (il 27 settembre ha spento 37 candeline), che mal si concilia con un torneo corto e dispendioso qual è la maratona sudamericana cui l’Italia si è già prenotata. Però nessuno sostiene che Francesco debba fare il titolare, si cerca solo di capire, in questa fase, se l’apertura di Prandelli possa avere un seguito concreto. Chiaro, sul piano tattico il Totti della Roma sta giocando con due ali e un continuo supporto alle spalle. L’Italia di Prandelli può fare il 433, ma gioca anche con altri moduli. Ed è sostanzialmente strutturata su Balotelli. Però qui si tratta di inserire, magari parttime, un altro elemento di grandi qualità in una squadra che ne conosce perfettamente qualità, movimenti, predilezioni. Insomma quello tattico non sembrerebbe un ostacolo alto. C’è piuttosto da tenere presente la questione atletica. Francesco, all’indomani del Mondiale tedesco, fece sapere al c.t. Donadoni che il suo fisico, minato da molte botte, non poteva reggere troppi impegni e quindi non volendo tradire la Roma si vedeva costretto a rinunciare alla maglia azzurra.
Alla vigilia del torneo in Sudafrica, con Lippi di nuovo in panchina, ecco una retromarcia dettata dai sentimenti, dai ricordi: se il c.t. vuole, al Mondiale ci andrei volentieri. Lippi non raccolse, però. Il lavoro per una nazionale viene vissuto dall’allenatore di turno con lo stesso atteggiamento mentale, la stessa impostazione del lavoro per il club. Da anni la nazionale non risponde più ai criteri della selezione dei migliori talenti del momento, ma come blocco chiuso, basato su almeno sedici elementi fissi,che hanno affrontato insieme più partite. Lo zoccolo duro al quale si possono apportare in extremis poche varianti, di solito pescate fra giocatori che comunque hanno fatto parte del gruppo in precedenza. Seguendo questo filone a Rio non ci sarebbe spazio nè per questo superbo Totti romanista nè per il DiNatale di Udine. Ma se Totti gioca così fino a maggio, uno strappo al c.t. lo si potrà chiedere. E a furor di popolo.
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