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Luis tra orgoglio, sciocchezze e Udinese. E Totti scalpita

(di Daniele Petroselli) Orgoglio e pregiudizio, recita il titolo di un famoso romanzo di Jane Austen. Di sicuro Luis Enrique è l’emblema del primo e oggi, in una delle conferenze stampa più tese da quando è nella Capitale, lo ha nuovamente...

Redazione

(di Daniele Petroselli) Orgoglio e pregiudizio, recita il titolo di un famoso romanzo di Jane Austen. Di sicuro Luis Enrique è l’emblema del primo e oggi, in una delle conferenze stampa più tese da quando è nella Capitale, lo ha nuovamente dimostrato.

NIENTE VERGOGNA – Concetti ripetuti allo sfinimento, sicurezza nelle proprie idee e poi un confronto con i giornalisti presenti che in maniera più o meno velata gli mostrano i limiti della squadra e i poco edificanti record raggiunti in questa stagione. Non si è fatto mancare nulla il tecnico, che alla vigilia della partita con l’Udinese continua a difendere i suoi: “Non ho sentito le dichiarazioni di nessuno, quanto devo parlare con Walter o con Franco lo faccio in privato. Voi volete una lotta ed io non voglio lottare. Io voglio lavorare. E il mio lavoro è migliorare questa squadra, che sia pronta per giocare mercoledì, il resto non conta. Vergogna? Mai. Sono orgoglioso dei miei calciatori. Di come si comportano, di come si allenano ogni giorno. Capisco la disillusione dopo le tante partite perse ma non sono colpevoli di nulla. Il giorno che vedrò che la squadra non mi segue, non sarò più qui. Ho visto tanti giocatori che a 20/21 anni erano riserve, questi giocatori stanno facendo una crescita incredibile ed entro 2 o 3 anni, con qualsiasi allenatore, saranno di sicuro rendimento. Ma non andiamo a massacrarli, ogni responsabilità è mia, i calciatori lasciamoli in pace. Stanno migliorando tantissimo e tra 3 anni saranno un grande valore per la Roma, vi chiedo solo per favore, smettetela di raccontare di litigi nello spogliatoio. Sono sciocchezze, lasciateli lavorare in pace”. Doamni sera all’olimpico arriva l’Udinese, avversaria per un posto in Champions, con Totti e Pjanic in più: anche oggi infatti in campo con il gruppo nella rifinitura. E incredibilmente una vittoria potrebbe ancora mantenere in corsa una squadra che di treni ne ha persi tanti, subendo troppi colpi che l’ambiente comincia a mal digerire: “Alcuni giorni fa eravamo vicini, ora lontani. Certo l’illusione di arrivare terzi c’è ancora, ma oggi la classifica dice che siamo sesti e lo siamo da tempo”.

TIFOSI AL LIMITE – Luis Enrique predica calma intorno ai propri ragazzi, ma la situazione con la piazza è più da “Guerra e Pace”. Difficile rimanere fiduciosi dopo una stagione come questa, fatta di illusioni e “mazzate”. E lo spagnolo lo sa bene, ma non demorde: “Come uscire da questa situazione? Vincendo tutte e 7 le partite rimanenti. Chiedete a Cruyff, quanto ha impiegato per vincere al Barcellona? Ve lo dico io, non ha vinto al primo anno. Come Ferguson. Tanti grandi allenatori non hanno vinto al loro primo anno. Io vi sto dicendo che sono io il colpevole, cosa volete che faccia harakiri?”. Intanto i tifosi cominciano piano piano a mostrare la loro impazienza: prevista per domani striscioni a testa in giù come “segno di civile ma ferma protesta nei confronti di dirigenti, staff tecnico e giocatori i quali non hanno fatto pervenire le loro pubbliche scuse a tutti i tifosi” dopo Lecce-Roma. Insomma scuse come minimo. Ma intanto qualcuno chiede in effetti la sua testa, caldi gli animi anche via etere, dove le colpe vengono ripartite tra un gruppo senz’anima e carattere e un tecnico più vicino al fallimento e ad una crisi di nervi. Rivoluzione a fine stagione? Forse quella che ci vorrebbe, ma con quali soldi? Difficile fare pronostici, ma di sicuro c’è da fare acquisti pesanti.

MERCATO ANCORA GIOVANE – Ma nonostante tutto i nomi sul taccuino di Walter Sabatini sono sempre di giovani talenti o presunti tali. Il nome di oggi è quello di Manuel Lanzini, giovane del River ma che gioca in Brasile come trequartista. Il nuovo Lamela, dicono in molti, ma qui si aspetta ancora quello vero. Per la difesa invece il ventunenne difensore del Basilea Aleksandar Dragovic, seguito però già da mezza Europa. Mentre Juan smentisce le voci di un passaggio al Flamengo a fine stagione: “Solo speculazioni”. O per meglio dire sciocchezze, visto che siamo in tema. Sarà…