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Luis fiducia a termine, ma bisogna ripartire da Totti

(di Daniele Scasseddu) – A Roma, sponda giallorossa è un lunedì nero. Come il cielo di questa giornata anche le vicende che ruotano intorno alla squadra sono cupe, turbolente, agitate.

Redazione

(di Daniele Scasseddu) – A Roma, sponda giallorossa è un lunedì nero. Come il cielo di questa giornata anche le vicende che ruotano intorno alla squadra sono cupe, turbolente, agitate.

La partita del Franchi ci ha riconsegnato una Roma nervosa, a tratti impalpabile, figlia di un assetto tecnico ancora non assimilato. Oggi nella città è caccia al responsabile: c’è chi attacca la squadra, chi il tecnico, chi la società. In queste situazioni, la verità, come sempre, si cela sempre nel mezzo; il concorso di colpa è comune tutti gli elementi della nuova Roma dovrebbero sedersi a tavolino per ragionare e decidersi il da farsi, cosa che avverrà a stretto giro di posta.

 

 

AVANTI CON LUIS – Nonostante La Roma sia delusa, ferita, nervosa, non si cambierà . Luis Enrique resterà. Baldini non ha mai pensato di mandarlo via, nonostante i primi dubbi sulla bontà delle scelte fatte. E’ troppo presto per tornare indietro e troppo tardi per trovare un sostituto all’altezza: l’unico sarebbe Ancelotti, difficilissimo da convincere. «Si va avanti con Luis, non ci sono dubbi e non ne sono maturati neanche dopo quello che abbiamo visto in campo. È chiaro che i risultati fanno male, anzi di più. Dobbiamo avere la freddezza di esaminare quello che abbiamo fatto. Dobbiamo svincolare la prestazione dal risultato finale, ma so perfettamente che c’è qualcosa di rivedibile. Anche stavolta abbiamo iniziato bene, il rigore e l’espulsione hanno complicato la situazione». L’asturiano per ora non ha manifestato ai dirigenti l’idea di dimettersi. Semmai l’ha pensato, discutendone con il suo staff spagnolo. La scorsa settimana, ai suoi superiori aveva soltanto confidato una certa preoccupazione perché non riusciva a vedere miglioramenti nella qualità del gioco della squadra. Niente di definitivo. Ieri, nella riunione dopo la partita allo stadio di Firenze e anche sul treno del ritorno, l’allenatore è sembrato abbattuto ma non rassegnato.

Ha spiegato ai dirigenti che la partita di Firenze non fa testo: è finita dopo il rigore con espulsione di Juan.Però Luis Enrique è rimasto scosso dalle contestazioni dei tifosi, a cui non era abituato da calciatore e tantomeno da tecnico. E per questo vuole capire se il gruppo crede ancora nei suoi sistemi di lavoro. Domani, dopo il giorno di riposo che ha concesso ai giocatori, potrebbe chiedere esplicitamente la fiducia, a mo’ di leader politico. I mugugni aumentano di giorno in giorno e Luis Enrique se ne è reso conto. Le tre espulsioni di Firenze sono un indice di nervosismo molto evidente. Luis Enrique non continuerà a dirigere uno spogliatoio perplesso. Se dovesse verificare un malcontento generalizzato, potrebbe salutare Trigoria già prima della partita con la Juventus. Ma è un’ipotesi che la Roma non prende in considerazione. Le dimissioni sono invece plausibili lunedì prossimo, in caso di sconfitta rumorosa nella forma e nel contenuto.

 

ROMA-JUVENTUS ULTIMA SPIAGGIA? – Lunedi 12 dicembre ore 20.45 stadio Olimpico: Roma-Juventus. La squadra giallorossa si presenterà sul rettangolo verde con molte, forse troppe defezioni soprattutto in difesa. C’è chi si sbilancia sottolineando come si tratti dell’ultima chance per il tecnico asturiano, chi invece dichiara che il tecnico fino a natale sarà saldamente sulla panchina della Roma. La realtà dei fatti oggi dice che Luis Enrique deve invertire immediatamente questo trend nel quale la Roma è incappata. Ma andiamo con ordine. Il Toto-Luisito della prossima settimana sarà forse il più facile visto che tra defezioni vecchie e nuove gli uomini da mettere in campo saranno contati. La lista degli indisponibili è lunga. C’è una settimana di lavoro da affrontare, anche se il clima attorno alla Roma non sarà ideale. I medici giallorosssi faranno di tutto per recuperare qualche pedina. Non ci saranno sicuramente Juan, Gago e Bojan, espulsi ieri a Firenze. Il centrocampista argentino, tra l’altro, ha lasciato il campo infortunato: distorsione al ginocchio l’esito degli esami clinici al quale è stato sottoposto in mattinata.

I dubbi che dovranno essere sciolti sono tanti e riguardano tutti i reparti. Partiamo dalla difesa. Chi giocherà centrale? Burdisso ha finito la stagione, Kjaer rientrerà solo nel 2012, Juan è squalificato e Heinze, l’ultimo di ruolo, rischia la prova tv per aver colpito al volto Gamberini con una gomitata, in area romanista, sull’azione del rigore del 3-0. De Rossi centrale, sicuramente, poi uno tra Heinze e Cassetti. A destra si proverà a recuperare Rosi, altrimenti toccherà a Taddei. A centrocampo si aspettano buone notizie da Pizarro vistop che gli altri due mediani disponibili, Simplicio e Greco, giocheranno da intermedi. Pjanic, ieri sostituito proprio per evitargli l’ammonizione che gli avrebbe fatto saltare la Juve, sarà ancora il trequartista. In attacco rientrerà Osvaldo, che probabilmente troverà una maglia da titolare. Vicino a lui tre nomi per un posto: Totti, Borriello e Lamela.

 

RIPARTIAMO DA TOTTI - Ripartire da Totti, questo deve essere l’imperativo. Tutti si chiedono perché ieri non sia stato messo in campo neppure lui, simbolo e non solo per i 207 gol in serie A e 262 in assoluto con questi colori addosso. Il capitano ha lasciato parlare i tifosi, che l’hanno invocato a Firenze e poi applaudito alla stazione Termini. «Un capitano, c’è solo un capitano», anche se non giocatore. Ha preferito tacere un’altra volta. Vincitore triste, inerte e silenzioso di una trasferta devastante per le certezze della Roma, Francesco Totti ha digerito senza fiatare la nuova esclusione di Luis Enrique. A fine gara Luis Enrique prova a dare una spiegazione credibile all’accantonamento che sembra inconcepibile vista la situazione di emergenza in attacco: «Totti non è al cento per cento e viene da un infortunio alla caviglia operata. Ho prima deciso che non era in grado di giocare dall’inizio, e, in un secondo momento, non mi sembrava fosse il caso di farlo giocare in inferiorità numerica con due gol da recuperare. Lui può aiutare la squadra, l’ho pensato e lo penso ancora. Ho parlato con lui durante il riposo, vedendo quello che stava accadendo ho pensato non fosse adatto. Non c’è nessun problema, è un ragazzo fantastico».

In pratica l’asturiano ha deciso di non fare entrare il capitano solo dopo il gol di Gamberini, cioè sul 2 a 0 per la Fiorentina. Probabilmente lo avrebbe dovuto mettere in campo prima, sull’1 a 0. Francesco l’ha presa male all’inizio, ma ha accettato la motivazione che l’allenatore gli ha dato durante l’intervallo. Sono i numeri a imporre una riflessione: con Totti titolare, la Roma ha fatto 8 punti in 5 partite di campionato, media 1,6, perdendo solo contro il Cagliari al debutto. Senza il capitano, i punti sono stati 9 in 8 partite (compresa quella contro il Lecce in cui Totti ha giocato 23 minuti) con 5 sconfitte. Una media - 1,1 punti a partita - che peggiora se consideriamo la doppia sfida di coppa contro lo Slovan. Forse è solo un caso. Forse. A Luis Enrique il compito di scoprirlo.