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Luis Enrique: “Basta Osvaldo. Pensiamo a imitare la Juventus”
«Non sono stato di certo io a far uscire dallo spogliatoio il caso Osvaldo, ma ora basta parlarne, è un tema chiuso.
"«Non sono stato di certo io a far uscire dallo spogliatoio il caso Osvaldo, ma ora basta parlarne, è un tema chiuso.
Pensiamo a vincere a Firenze». Luis Enrique è stanco. Stanco delle domande sulla lite tra l'italo-argentino e il compagno Lamela. Stanco di dover dare spiegazioni in merito all'esclusione dell'attaccante. Stanco di chi continua a chiedergli del singolo, ignorando il processo di costruzione di un gruppo rivoluzionato solo pochi mesi fa. Gruppo che anche in assenza di continuità di risultati il tecnico spagnolo difende a spada tratta, come dimostra la sanzione disciplinare inflitta a Osvaldo. «Lo so anch'io che era meglio giocare contro la Fiorentina con lui in campo, ma non ci sarà - la conferma dell'asturiano -.La cosa più facile sarebbe stato fare una multa, prendere i soldi al calciatore e dimenticare tutto. Ma quando abbiamo un gruppo, scegliamo di essere una squadra vera, che soffre quando perde, che si diverte quando vince e si rispetta sempre. Il primo passo per essere una squadra è avere rispetto per tutti, non solo per il tuo compagno. Osvaldo è un bravo ragazzo, con un cuore grande, ma deve essere punito - spiega Luis Enrique -. Ci sono cose che non si possono fare. E il trattamento deve essere lo stesso per tutti, a prescindere se si parla del migliore, del più bello o di quello lo che segna di più». Insomma, lo spogliatoio «deve capire che qualcuno deve condurre la nave. Non è una dittatura, ma ci sono delle regole di comportamento da rispettare. Come possiamo controllare un gruppo se non ci sono delle regole? Se lo fa Barusso lo mettiamo su un albero e se lo fa Totti gli stendiamo un tappeto rosso? Non funziona così, le regole valgono per tutti, me compreso». Regole che riguardano anche il lavoro settimanale e le successive convocazioni visto che, proprio a causa dei pochi allenamenti sostenuti in gruppo, nemmeno Borriello sarà della partita. «Non giocherà a Firenze perchè si è allenato due giorni con la squadra - la spiegazione di Luis Enrique -. Per me ancora non è a disposizione ma non c'è nessun problema con Borriello, nè tattico, nè fisico, nè tecnico». Considerata la penuria di attaccanti, Francesco Totti dovrebbe ritrovare una maglia da titolare e la fascia da capitano. Ma solo domani se ne avrà certezza. «Nessuno ha dubbi su che cosa è Totti per tutti noi, ma qui cerchiamo di fare una squadra che sia al di sopra di tutti i calciatori - sottolinea l'asturiano -. Invece parliamo sempre di un calciatore, se gioca, se non gioca, se si è infortunato, se è arrabbiato. È un discorso stancante. Il problema è che io devo fare delle scelte, e cerco di fare quelle più giuste per vincere. Perchè noi vogliamo vincere, questo è chiaro». E per riuscirci Luis Enrique chiede alla sua squadra di seguire l'esempio della Juventus, prossima avversaria allo stadio Olimpico: «Noi ancora non voliamo, non abbiamo l'intensità che ad esempio mette in campo la Juventus. Comunque vedo miglioramenti, sento la fiducia della società, e la vedo quando parlo ai miei calciatori. Fare una squadra forte e vincente, questo è l'obiettivo di questo progetto». Anche per ricambiare la pazienza dimostra sin ora dai sostenitori romanisti: «Aria ostile da parte della tifoseria? Non mi sembra, per strade ancora non ho ricevuto nessuna parola brutta, anzi. E comunque io mi considero un buon allenatore e non cerco di essere simpatico o antipatico, cerco di essere me stesso e fare il mio lavoro».(ANSA).
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