Luca Di Bartolomei, figlio dell’indimenticato Agostino, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Centro Suono Sport. Tra i tanti temi trattati il nuovo libro “Il Manuale del Calcio”, uscito lunedì scorso:
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Luca Di Bartolomei: “Juve-Roma? Ai tempi di papà si punzecchiavano con più eleganza”
Luca Di Bartolomei, figlio dell’indimenticato Agostino, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Centro Suono Sport. Tra i tanti temi trattati il nuovo libro “Il Manuale del Calcio”, uscito lunedì scorso:
Duecentosettanta pagine del calcio secondo Ago...
"Abbiamo ritrovato le bozze del libro in un cassetto e abbiamo deciso di pubblicarle, apportando solo qualche aggiornamento sui regolamenti. Ago aveva messo il suo decalogo del calcio in fondo al libro. Ma le sue dieci regole ci sono sembrate così belle e piene di significato universale che abbiamo deciso di posizionarle all’inizio. Rappresentano una testimonianza sportiva che va sempre più divulgata: lui racconta il suo amore per il gioco del calcio e per l’etica dello sport".
Perché secondo te ha deciso di scrivere questo libro e in quale fase della sua vita ha iniziato?
“Ha cominciato nel 1985, quando era calciatore del Milan, ma credo che sentisse già forte questo desiderio di insegnare lo sport ai ragazzi. Aveva capito in parte quello che stava avvenendo nel Paese. La prima missione per un personaggio come lui, considerato da molti un idolo, era quella di prendersi la responsabilità di parlare e insegnare quella che per lui era l’etica dello sport in generale, non solo del calcio”.
Cosa vi ha spinto a pubblicare ora questo suo scritto?
“Innanzitutto, crediamo che fosse una di quelle cose che Ago voleva fortemente. Poi, attraverso questo libro, volevamo ricambiare l’affetto di tutti gli sportivi, romanisti e non, che in questi anni ci hanno fatto sentire il loro amore e hanno contribuito a sostenere la Onlus CalcioSociale attiva a Corviale”.
Juve-Roma per Ago.
“Nel libro Ago raccoglie tre interviste. Una di queste è con Boniperti, realizzata in un momento in cui i dirigenti delle due squadre si punzecchiavano forse più di ora, ma, permettetemi di dire, con un pò più di eleganza. Ago sosteneva che si dovesse prendere le cose buone degli avversari: in questo caso, la loro mentalità vincente”.
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