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Loria: “La Roma è la società che mi ha dato di più come crescita professionale”

Ha esordito in Champions League, giocato all’Olimpico con Totti ed è stato allenato anche da Marcello Lippi. Non male.

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Ha esordito in Champions League, giocato all’Olimpico con Totti ed è stato allenato anche da Marcello Lippi. Non male. E’ la fotografia della carriera di Simone Loria, ex difensore, che a GianlucaDiMarzio.com ripercorre le tappe della sua vita calcistica. Adesso, è titolare di una scuola calcio.

Come è nata l’idea della scuola calcio e che prospettive hai in merito?

L’idea della scuola calcio mi è nata quando già giocavo ed ero professionista. Il sogno era di aprire un impianto sportivo appena avrei smesso di giocare. Sono riuscito a realizzare questo sogno attraverso la partecipazione ad un bando per la riqualificazione di impianti sportivi già esistenti nella zona dove sono nato e cresciuto, nella fattispecie nel quartiere Barriera di Milano a Torino. Il mio obiettivo principale è la crescita dei bambini ed è per questo che come scuola per ora ci fermiamo agli esordienti.

Tu hai giocato in tante squadre tra cui il Cagliari, Torino, Bologna, Atalanta, Roma e Siena. Per motivi diversi, è stata una stagione significativa…

Parto dalla mia squadra del cuore che è il Torino. A mio avviso ha fatto un campionato bellissimo che poteva essere coronato dal sogno della qualificazione in Europa League, però per diversi motivi non è arrivata. Penso però che la mancata qualificazione non possa offuscare il campionato del Torino, che è stato comunque eccezionale alla luce dei 57 punti in classifica anche se questo si può considerare un campionato di livello un po’ più basso rispetto agli altri. Credo che i granata possono tranquillamente ripartire da questa base per fare ancora bene in futuro. Il Cagliari aveva l’obiettivo della salvezza e lo ha raggiunto anche se ha fatto un po’ di fatica all’inizio. La Roma ha fatto un campionato splendido con i suoi 85 punti e non è riuscita a vincere lo scudetto perché ha trovato una Juventus che ha fatto un record con i suoi 102 punti. L’Atalanta si è salvata con tranquillità con un buon filotto di vittorie che ha sorpreso un po’ tutti e che le hanno permesso di ipotecare la salvezza soprattutto in un campionato come quello della Serie A. Il Bologna purtroppo è retrocesso ma ci sono dei campionati che iniziano male e finiscono ancora peggio. Il Siena sta ancora lottando per la promozione in Serie A; mancano ancora delle partire e vedremo cosa sarà in grado di fare. Mi auguro che possa raggiungere la massima serie perché Siena è una gran bella Piazza.

Domanda d’obbligo, mercato. C’è qualche aneddoto che possiamo svelare?

I miei trasferimenti sono sempre stati abbastanza lineari senza alcun problema particolare anche perché ho avuto la fortuna di non trasferirmi mai a gennaio ma sempre nella finestra di mercato estiva.

Sei stato allenato anche da Lippi e Spalletti, cosa ci puoi dire su di loro?

Lippi l’ho avuto alla Juventus e a dire il vero lo posso valutare poco perché ero giovane ed ho avuto poche convocazioni in prima squadra. Spalletti l’ho avuto alla Roma e con lui ho fatto la Champions League. È un grande allenatore che si valuta anche da solo alla luce dei risultati che ha ottenuto con le sue squadre in questi anni. Poi più che delle persone preferisco parlare delle società in cui ho giocato e posso dire che mi sono trovato bene ovunque. La società che mi ha dato di più come crescita professionale è stata proprio la Roma che mi ha fatto arrivare a giocare la Champions League. Quella che mi ha dato più emozioni è stata il Torino perché ho indossato questa maglia da tifoso… Tutte le altre squadre in cui ho militato mi hanno dato e trasmesso qualcosa ed io sono orgoglioso di averne fatto parte.

Hai giocato con giocatori come Totti e Del Piero, cosa ti hanno trasmesso?

Loro sono dei campioni e più che valutarli a livello tecnico io preferisco valutarli a livello umano, perché un campione vero lo valuti innanzitutto fuori dal campo e loro due in anche questo sono dei veri fuoriclasse perché sono delle persone splendide. Tecnicamente Francesco e Alessandro parlano da soli per quello che abbiamo visto e continuiamo a vedere in campo.

C’è qualche rimpianto nella tua carriera?

Direi di no perché comunque ho giocato in serie A, ho giocato la Champions League e quindi direi di aver fatto il massimo anche se magari un giocatore aspira sempre alla Nazionale, ma quando giocavo io, la maglia azzurra era vestita da giocatori del calibro di Cannavaro e Nesta, che meritavano molto di più. Però sono comunque contento di tutto quello che ho fatto.

La tua emozione e la tua soddisfazione più grande in carriera?

La mia emozione più grande, può essere banale, ma è stata un 1-0 al 93’ in un Torino-Triestina di serie B della stagione 2009/2010. Far esultare i propri tifosi, come avrei esultato io da tifoso, dopo una partita giocata in dieci con molta sofferenza credo che sia stata una emozione tra le più grandi. La soddisfazione più grande è sicuramente quella di aver giocato la Champions League.

Un pronostico per i Mondiali?

A me non piace molto fare i pronostici però credo che la Nazionale saprà farsi valere perché siamo sempre “l’Italia”. Se in questo periodo siamo un po’ più indietro delle altre Nazionali non vuol dire niente. Ai mondiali conta tanto anche la fortuna e spero proprio che l’Italia ne abbia.