(di Alessio Nardo) E' un'idea meravigliosa. Anzi, più che un'idea. Lo stadio di proprietà della Roma ci sarà presto: parola di Mr.Thomas Richard DiBenedetto.
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Lo stadio della Roma sarà costruito in due anni e avrà anche la copertura
(di Alessio Nardo) E’ un’idea meravigliosa. Anzi, più che un’idea. Lo stadio di proprietà della Roma ci sarà presto: parola di Mr.Thomas Richard DiBenedetto.
Un tipo che a dispetto dell'aria da "nonnetto pacioccoso" vanta una determinazione fuori dal comune, fin qui ampiamente dimostrata nell'arco dell'intera trattativa per l'acquisizione del club giallorosso. Ormai da mesi (sette per la precisione) Tom girovaga tra Boston e Roma, con l'intento di mettere a punto dettaglio per dettaglio ogni strategia futura. Concluse le pratiche relative all'organigramma societario e dirigenziale, il 62enne imprenditore statunitense è partito alla carica per portare a termine, nel più breve tempo possibile, l'opera regina del nuovo progetto: lo stadio.
L'arena che sostituirà ufficialmente l'Olimpico divenendo dimora prediletta di ogni tifoso giallorosso. Se ne parla da tanto, forse troppo. Sin dai tempi del famoso impianto legato al nome di Franco Sensi, circoscritto ad un disegno cartaceo presentato alla stampa il 29 settembre 2009 dall'allora presidentessa Rosella, accompagnata (tra gli altri) dal sindaco Gianni Alemanno.
COWBOYS STADIUM - Il primo cittadino tornerà protagonista oggi, alle 14, quando incontrerà DiBenedetto anche per dar vita al progetto "reale". Non un semplice disegno, bensì un'idea concreta. Forte, spavalda, intrigante. Ispirata al modello degli impianti americani. Su tutti il Cowboys Stadium di Arlington, in Texas, tempio dei Dallas Cowboys, pluridecorati campioni del Football Americano (vincitori di 5 SuperBowls, meglio di loro solo i Pittsburgh Steelers con 6). Inaugurato il 27 maggio 2009, è costato la bellezza di 1,3 miliardi di dollari (il costo originario era di 650 milioni) col decisivo contributo della città di Arlington che ha supportato con 325 milioni (l'intero costo di produzione del Reilant Stadium) Jerry Jones, proprietario e general manager dei Cowboys. Vanta una capacità di 80.000 spettatori, è famoso in particolare per il tetto retrattile e la presenza al suo interno del secondo maxischermo più grande del mondo (appeso sopra al campo di gioco): 53 metri di diagonale, superficie complessiva di 1070 metri quadrati. All'interno dell'impianto sono presenti servizi igienici autonomi e persino un museo d'arte contemporanea.
REILANT STADIUM - Sempre in Texas, nel cuore di Houston, brilla l'imponenza del già citato Reilant Stadium, il cui nome deriva dal contratto stipulato con l'omonima azienda elettrica con validità di 32 anni. Trattasi di un impianto all'avanguardia progettato dal gruppo HOK (Hellmuth, Obata + Kassabaum), il primo in assoluto ad amalgamare tetto retrattile, aria condizionata e campo in erba naturale. 177.000 metri quadrati, 9.000 di superficie del campo da gioco. La costruzione è iniziata nel marzo del 2000, l'inaugurazione ufficiale è avvenuta il 24 agosto 2002. Ha una capienza di 71.500 posti, è provvisto di numerosi luoghi di ristorazione ed ha già ospitato svariati eventi sportivi: originariamente è la casa degli Houston Texas (team di NFL assai meno prestigioso dei Dallas Cowboys), ma è anche teatro di alcuni match calcistici della nazionale statunitense e lo scorso 5 aprile 2009 ha ospitato la 25° edizione della Wrestlermania. Inoltre, nel periodo primaverile accoglie lo sport più amato dai texani, il Rodeo. Fascino, tentazione, avanguardia. Si chiama America. Entro poco tempo, potrebbe far rima con Roma.
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