Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale

news as roma

Linari e Bartoli partecipano al convegno dedicato alla cultura del calcio femminile

Linari e Bartoli partecipano al convegno dedicato alla cultura del calcio femminile - immagine 1

Le due calciatrici hanno dato dei consigli alle bambine che stanno muovendo i primi passi nel mondo del calcio

Redazione

Elisa Bartoli, capitano della Roma Femminile, ed Elena Linari hanno preso parte al convegno “Il Calcio femminile, per NOI una questione di CULTURA” ieri a L'Aquila. Un momento d’incontro in cui rappresentanti di Lnd e Figc si sono confrontati sull’evoluzione del movimento femminile, che dal 1° luglio passerà ufficialmente al professionismo. "Il mio percorso per diventare calciatrice è stato lungo. Ho iniziato giocando nel cortile di casa con gli amichetti, non conoscevo squadre femminili perché ai miei tempi non esistevano proprio”, ha spiegato il capitano. “Quello che posso dire alle bambine è di credere fino in fondo nei propri sogni, io l’ho fatto e il mio sogno mi ha portato qui: oggi sono la Capitana della squadra del mio cuore e faccio parte della Nazionale italiana”. Inoltre, Bartoli ha sottolineato quanto la determinazione sia stata importante nella sua carriera: “Bisogna sempre sognare, divertirsi e non smettere mai di credere in quello che si fa; questo per esempio è stato il segreto dell’Italia al Mondiale del 2019 dove, quando nessuno se lo aspettava, siamo riuscite ad entrare tra le migliori otto Nazionali al mondo”.

Linari: "Da piccola mi sentivo una pecora nera"

Anche Elena Linari ha parlato dei suoi primi passi nel calcio: “Da piccola giocavo con i maschi e mi sentivo una pecora nera. Al tempo infatti vedere una bimba giocare a pallone era una cosa strana. Ora per fortuna non è più così, le bambine non si sentono più diverse ma hanno un ambiente nel quale ritrovarsi e divertirsi. Alle bambine che si avvicinano ora al calcio dico di non smettere mai di sognare. Ai genitori invece dico di non ostacolare le scelte dei figli: ricordo ancora il gol che segnai su punizione nel mondiale U20 in Giappone nel 2012 contro il Brasile; fu un gol speciale proprio perché i miei genitori erano lì con me, mi avevano seguita dall’altra parte del mondo”.