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Libri, ”Il manuale del calcio” decalogo di Agostino Di Bartolomei

 ”Ricordati che il calcio e’ semplicita”’. E’ il consiglio che chiude il decalogo di Agostino Di Bartolomei,

Redazione

 ''Ricordati che il calcio e' semplicita'''. E' il consiglio che chiude il decalogo di Agostino Di Bartolomei, indimenticato capitano della Roma del secondo scudetto, scomparso suicida a 39 anni nel giorno del decimo anniversario della finale di Coppa Campioni persa contro il Liverpool.

Gli appunti, i consigli e le indicazioni di quello che Gianni Mura definisce ''un calciatore serio, un vero professionista'', usciranno lunedi' in libreria in un volume fortemente voluto dal figlio di Di Bartolomei, Luca.

E' stato lui a raccogliere gli scritti del padre in 268 pagine che i giovani calciatori di oggi, e non solo, dovrebbero mandare a memoria: ''Il manuale del calcio'', il cui ricavato sara' devoluto ad un'associazione per la costruzione di un centro sportivo per ragazzi con disturbi psico-fisici. In otto capitoli il libro, corredato dalle illustrazioni di Davide Reviati, sviscera ogni aspetto del mondo del calcio, fuori e dentro il campo. Dalla storia alle regole del gioco passando per i ruoli e gli allenamenti. Nelle ultime pagine 'Ago' indossa i panni del giornalista ed intervista quelli che lui stesso definisce i ''grandi del calcio'': Nils Liedholm, Giampiero Boniperti e Sandro Ciotti.

''Nel calcio si vince insieme, la squadre e chi le sta intorno - scrive Ago -: riserve, massaggiatore, allenatori, ecc. - siano essi professionisti o semplici amatori -, e aiutarsi e' il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre''. Le parole di una delle bandiere giallorosse condensano il senso del gioco del calcio e, lette a 20 anni di distanza, lasciano da pensare. Ed il perche' lo spiega lo stesso figlio nella prefazione. ''Nei mesi che hanno preceduto la pubblicazione, rileggendo molte volte 'Il Manuale' mi sono fatto un'idea abbastanza chiara di quello che papa' avesse intenzione di comunicare - scrive Luca -: in un periodo in cui tutto nello sport e nella vita del nostro Paese stava cambiando rapidamente - e in cui anche nel calcio si stava affermando quella logica autodistruttiva per cui in nome del risultato quasi tutto e' consentito, se non si viene scoperti - probabilmente questo libro voleva essere il suo modo per parlare alle nuove generazioni spiegando loro l'importanza della lealta' o del gioco di squadra''.

Ed i dieci ''suggerimenti per i piccoli calciatori'' ne sono la conferma. Il terzo ed il quarto recitano: ''Sii leale con l'avversario'' e ''Abbi il massimo rispetto nei confronti dell'arbitro e dei guardalinee: ricorda che anche loro possono sbagliare''. A qualcuno andrebbe ricordato ancora oggi. (ANSA)