Quando tuo padre è uno degli allenatori più famosi del mondo, e tu ti chiami come la donna che gli è accanto da una vita, cioè tua madre, sai già che il tuo percorso è segnato. Come scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport, di te si parlerà sempre come “figlia di” e il tuo cognome arriverà sempre prima di te. A quel punto hai due strade: conviverci e andare avanti per il tuo percorso, o farti schiacciare dal nome che porti. Matilde Mourinho ha scelto la prima opzione: ha creato una linea di gioielli. E mentre Mou, a fine maggio, vinceva la Conference League, anche Matilde portava a casa il suo personale trofeo. Intanto regalava al padre e a tutti i giocatori un bracciale esclusivo con incisi sopra luogo e data della finale di Tirana, poi incassava i complimenti da parte della stampa inglese, che non è mai troppo tenera, per la sua linea eco sostenibile, fatta di oro riciclato, diamanti coltivati in laboratorio, processi trasparenti e imballaggi ecologici. Sicuramente avere il padre come principale testimonial l’ha aiutata ma, il fatto che a 26 anni sia riuscita a creare una sua linea e si stia affermando in un settore così competitivo non è cosa da poco. Anche perché il brand si chiama “Matilde Jewellery” e non compare, nel nome, il cognome paterno che avrebbe rappresentato una facile scorciatoia. Il marchio della ragazza non ha neppure due anni eppure, nel settore, viene considerato una delle novità più interessanti Under 30, tanto da aver ricevuto, lo scorso novembre, il premio come marchio emergente dell’anno ai Professional Jeweller Award. Matilde sta provando a camminare con le sue gambe, le sue idee e la sua fantasia. Al massimo è pronta a regalare al padre, e ai suoi giocatori, altri braccialetti celebrativi in caso di vittoria.
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La figlia dello Special One sta raccogliendo ampi consensi sulla propria linea di gioielli ecosostenibili conquistando anche la stampa inglese
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