(di Alessio Nardo) Il portiere è un uomo solo, da sempre. Solo contro tutti, consapevole che un unico errore può vanificare cento cose buone.
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La Roma e i portieri: dieci anni di polemiche e incomprensioni
(di Alessio Nardo) Il portiere è un uomo solo, da sempre. Solo contro tutti, consapevole che un unico errore può vanificare cento cose buone.
Ruolo duro, arduo, persino proibitivo se non si ha una personalità fuori dal comune. Qui a Roma lo sappiamo bene, o forse no. Viviamo all'interno di un ambiente passionale e pieno d'amore, ma altrettanto abile a scaricare un giocatore disintegrandolo sul piano psicologico. La storia dei portieri giallorossi è lunga, lunghissima. Non vogliamo raccontarla tutta, ci bastano gli ultimi dieci anni. Difficili, pieni di polemiche. Tanti ragazzi si sono alternati tra i pali romanisti, nessuno ha convinto al 100%. Anzi, quasi tutti son finiti 'male': chi disperso nei meandri delle serie inferiori, chi relegato ad una permanenza a Trigoria senza gloria. Esagerazione? Forse sì. D'altronde gli eccessi sono il bello e il brutto di Roma. Ma con i portieri siamo troppo severi.
ANTONIOLI TRICOLORE - Parliamoci chiaro, di 'grandissimi' numeri uno non ne abbiamo visti molti. Gli ultimi? Il grande Franco Tancredi, storico baluardo della Roma scudettata di Nils Liedholm. Poi Giovanni Cervone e Michael Konsel, con inevitabile riferimento a quell'Angelo Peruzzi rimasto per troppo poco tempo in giallorosso, prima di cimentarsi in una splendida carriera altrove. Ripartiamo dal 2000-2001, anno indimenticabile. Persino in quella stagione riuscimmo a mettere in croce nostro portiere: Francesco Antonioli, per molti il 'tallone d'Achille' di un dream team da spavento. Giudizio ingeneroso. 'Batman', oggi al Cesena (ancora in campo a 42 anni, complimenti!) commise qualche errore grossolano (come dimenticare il provvisorio 1-2 regalato a Saudati in Roma-Perugia...), ma fu anche puntuale ed essenziale in molteplici occasioni.
PELIZZOLI, ZOTTI, CURCI - Nell'estate del 2001 il presidente Sensi rinunciò al possibile affare Buffon, tentando il grande colpo: Ivan Pelizzoli, giovanissima stella dell'Atalanta. Poche partite per comprendere che non si trattò di un'eccelsa intuizione. Capello ci mise poco a riaffidarsi al 'già' vecchio Antonioli, salvo riproporre in seguito Ivan 'la piovra' a metà stagione 2002-2003 e in via definitiva nel 2003-2004. In quest'ultima annata Pelizzoli rimase imbattuto per 774' consecutivi: un record tuttora solido e resistente nella storia giallorossa. Tuttavia, nel 2005 la carriera romana dell'ex atalantino si interruppe a causa di una serie di prestazioni poco convincenti: Gigi Delneri promosse titolare Carlo Zotti, ma anche il beneventano deluse parecchio (memorabili i gol 'goffi' incassati da Zola a Cagliari e da Parisi in Roma-Messina). Al suo approdo in panchina, Bruno Conti decise di affidarsi ad un ragazzino talentuoso: il 20enne Gianluca Curci.
GLI ANNI DI DONI - Curci fu eccezionale in quel soffertissimo finale di stagione, trascinando a suon di miracoli la Roma alla salvezza e in finale di Coppa Italia. Si decise di ripartire da lui, ma dopo un consistente 'pacchetto' di partite, Luciano Spalletti tolse il posto da titolare all'inesperto Gianluca, forse tradito dalle eccessive responsabilità. Il 23 ottobre 2005, in occasione del derby con la Lazio, il mister di Certaldo tirò fuori il coniglio dal cilindro: in porta Doni, guardiano brasiliano famoso per aver sborsato di tasca propria i 18.000 euro utili a sganciarsi dalla Juventude ed approdare in Italia. Egli diventò titolare fisso e fu protagonista di alcune pagine memorabili della Roma spallettiana (le undici vittorie consecutive, i successi in Coppa Italia e in Supercoppa Italiana, lo scudetto sfiorato nel 2008).
ARTUR, LOBONT, JULIO SERGIO - Nella stagione 2008-2009 Doni entra in crisi, anche a causa di un ginocchio malandato e mal curato. Egli si esibisce in cattive prestazioni ed iniziano i contrasti con la tifoseria. Spalletti punta su Artur, poi su Julio Sergio. La gestione Ranieri consacra quest'ultimo, autore di un grandissimo campionato nel 2009-2010 con tanto di scudetto mancato di un soffio. Poi, anche Julio viene assalito dalla malefica 'nuvola fantozziana'. Il vice Lobont viene presto bocciato dall'ambiente e nel febbraio 2011 il nuovo tecnico Montella rispolvera il contestatissimo Doni. A fine stagione, la resa dei conti. Sabatini, ds 'feroce', è chiaro: "Prendiamo un portiere". Tanto per mettere un punto su un decennio schizofrenico.
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