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La nuova era, tra giovani e merchandising

(di Daniele Petroselli) Comincia una nuova era. Quella degli americani, di Thomas DiBenedetto, del mister Luis Enrique, ma anche di tutta la società giallorossa. Un cambio fatto di pragmatismo, progettualità, ambizione e voglia di rischiare,...

Redazione

(di Daniele Petroselli) Comincia una nuova era. Quella degli americani, di Thomas DiBenedetto, del mister Luis Enrique, ma anche di tutta la società giallorossa. Un cambio fatto di pragmatismo, progettualità, ambizione e voglia di rischiare, almeno sul campo.

Tanti i giornalisti (provenienti anche da altri paesi, vedi quello di Al Jazeera) ad ascoltare sotto il tendone allestito a Trigoria la prima conferenza stampa del nuovo proprietario DiBenedetto. Un intervento semplice, secco, lineare, che ha sciolto i dubbi di molti tifosi giallorossi, ancora preoccupati  per la sorte del club ma anche da scelte di mercato poco comprensibili. La nuova proprietà punta in alto ma chiede tempo a tutti: “Sta per iniziare una nuova era, una nuova era che cambierà il modo di fare calcio, con un'ambizione ed un sogno che credo sia condiviso anche dai tifosi. Questo sogno richiederà del tempo per concretizzarsi, ma noi lavoreremo costantemente cercando di dare il massimo. Questo sogno è poter sviluppare una nuova cultura e insieme una squadra che possa dare il meglio di sè". Si cambia ma lo si fa partendo da alcuni punti fermi come Francesco Totti, definito come “il più grande giocatore che abbiamo, che ci sia mai stato nella Roma e forse in Italia. E' un vincente, è un campione che vuole vincere ed anche noi vogliamo vincere”. Già, ora si volta pagina. Si vuole vincere e portare la Roma ai livelli che merita. Perché la squadra e la città possono diventare grandi. Ed è questo il motivo principale per cui mr.Thomas e i suoi colleghi hanno scelto proprio il club giallorosso: per l’enorme potenziale da sfruttare. Ma serve tempo ed organizzazione, perché “Roma non è stata costruita in un giorno ed allora i dirigenti faranno il massimo per mettere in campo la squadra migliore. Il nostro obiettivo primario è quello che succede sul campo. Nelle prossime settimane avremo un quadro più chiaro sul futuro della squadra. Stiamo seguendo giovani calciatori: puntiamo sui giovani, anche se sappiamo che possono sbagliare. Tuttavia la priorità è creare il miglior team di management possibile: comincia tutto da qui e questo si può già intuire dalle azioni che abbiamo intrapreso".Management che avrà dall’autunno anche Franco Baldini tra i suoi punti fermi.Dunque giovani e campioni, decisi non dalla proprietà ma dallo staff tecnico. E il principio alla base di tutto questo sarà la flessibilità “per poter mettere assieme diversi giocatori che Sabatini e l'allenatore hanno richiesto. Noi abbiamo avuto un approccio professionale sulle richieste: le decisioni sui giocatori non le prenderemo noi, ma dai manager che abbiamo messo in organigramma”.

Ma come detto, per tornare subito al vertice serve una struttura solida alle spalle. Per questo si punterà su stadio e merchandising: “"Ci incontreremo presto con i funzionari del Coni e poi prenderemo le decisioni giuste. Noi abbiamo molta esperienza nel progetto che riguarda lo stadio e soprattutto esperienza su come sviluppare i progetti su questo aspetto. Uno dei settori che negli Usa è fondamentale è il marketing e noi abbiamo diverse persone che hanno esperienza di questo. Su marketing e sponsorship ci rivolgeremo a loro per sviluppare questo settore, anche per quel che riguarda la crescita della Roma”.

E se da questo punto di vista tutto sembra tornare sul sereno, ecco anche importanti conferme per quanto riguarda l’organico, a partire da un pezzo di Roma e della Roma, Daniele De Rossi: “Noi ammiriamo la sua capacità e vorremmo fermamente che lui rimanesse qui. D'altronde lui viene da qui, da questa squadra. Lavoreremo con lui in maniera professionale per far sì che questo avvenga". Ancor più positivo l’approccio del mister Luis Enrique: forma invidiabile, polo rossa, un grande sorriso sul suo volto e idee ben chiare. Non per niente è stato scelto anche per questo. L’obiettivo è cambiare la mentalità anche sul campo: “Voglio un calcio d'attacco e che i tifosi della Roma si divertano. Mi piace attaccare, mi piace il gioco di qualità e mi piace impressionare i tifosi. La Roma mi ha scelto per questo. Vedremo se i risultati ci daranno ragione". Quasi uno Zeman di nuova generazione, ma guai a chi gli vuole affibbiare l’etichetta di importatore del modello Barcellona. Ci vorrà tempo, anche per capire il vero potenziale di questo gruppo. Ma di sicuro servono rinforzi, a cui lavora da tempo Sabatini. A partire dal portiere, che ormai sembra essere Kameni. Non piace alla piazza ma di sicuro è voluto dallo staff tecnico. E secondo i dirigenti dell’Espanyol è ormai in dirittura d’arrivo l’affare. Ma Sabatini già non sopporta questo clima di “contestazione”, ma spera in un cambio di rotta.

Intanto si lavora ancora sulle fasce. Dopo Luis Angel, ora si punta Ansaldi, su cui si è fiondato anche il Benfica. Per la questione centrali si rincorrono ancora le voci sullo svincolato Heinze, ma la trattativa sembra ancora in alto mare. E se Lucho Gonzales sembra ormai perso (destinazione Malaga), intanto per Martinuccio è bagarre, tanto che il Palmeiras minaccia di rivolgersi alla Fifa se non verrà rispettato il contratto che ha firmato da poco il giocatore con il club. In uscita è questione di ore perDoni al Liverpool, mentre il Siena chiude le porte a Julio Sergio ed Okaka. E il giovane Montini va al Benevento, sognando il ritorno d